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Seminario di Ivan Abadjev in Finlandia
Traduzione completa in ITALIANO! 🙂
Completa nei limiti del possibile s'intende. Leggete e capirete che intendo.
http://www.youtube.com/user/ARIFINWEIGHTS/videos?query=bulgarian+training+system
Questi sono i video del seminario tenuto da Ivan Abadjev in Finlandia nel 2000. La traduzione in inglese è pessima. Quella che segue è una traduzione libera in italiano, fatta cercando di rimanere il più fedele possibile ai concetti espressi dal nonnetto. Io non parlo bulgaro e nemmeno finlandese, ma non mi sono inventato niente. Riporto solo i concetti che vengono ripetuti più volte nel discorso e che mi sembra siano tradotti in inglese in modo corretto.
Tradurre letteralmente i video 1-5 è impossibile, per il semplice motivo che Abadjev parla di cose che l'interprete non sa tradurre in un inglese corretto. Il risultato è un miscuglio incomprensibile. Un vero casino. Per più di un'ora Abadjev parla di cellule, DNA, sintesi proteica e cose simili e lei non sa come diavolo tradurre. A un certo punto, mentre Abadjev descrive un processo cellulare facendo in nomi degli elementi in esso coinvolti, lei se ne esce con un "fosfo-whatever" (che in italiano suona come fosfo-qualcosa), tanto da far sorridere i presenti. Questo dimostra che non capisce una cippa di quello che deve tradurre. Non è affidabile quindi.
Vi riassumo solo il concetto più importante che ne ho ricavato e di cui sono al 95% certo che sia una traduzione corretta, perché la tipa parlava abbastanza spedita e perché è un concetto ripetuto spesso nel discorso.
Video 1-5
L'organismo umano va inteso come un sistema e quando si parla di allenamento non si deve pensare ai muscoli come organi separati dal resto, ma come parte di un sistema più complesso che vede al centro gli organi più importanti del corpo umano: il sistema nervoso centrale, l'apparato cardiovascolare e l'apparato respiratorio.
Per ottenere il massimo risultato nella prestazione sportiva si deve allenare l'intero sistema, in modo che diventi più forte e più efficiente, capace cioè di funzionare al meglio e con un minore dispendio di energie.
I vari gruppi muscolari sono solo un anello della catena.
Quando ci si allena nel sollevamento pesi e si devono affrontare delle situazioni di stress, i muscoli inviano un segnale al sistema nervoso centrale, chiedendo l'invio delle energie necessarie per compiere l'esercizio. Questo segnale da il via ad una serie di adattamenti che coinvolgono tutto il sistema, fino alle singole cellule che costituiscono il tessuto muscolare.
Nel corso di questo processo di adattamento vengono prodotte nuove cellule che avranno dimensioni maggiori di quelle preesistenti. Cellule più efficienti e capaci di lavorare con meno risorse.
Una volta che il sistema si sarà adattato allo stress che è chiamato ad affrontare, però, si porrà l'esigenza di un nuovo processo di adattamento soltanto in presenza di una nuova e maggiore condizione di stress. Restando all'esempio del sollevamento pesi, ci sara un nuovo processo di adattamento soltanto se proveremo a sollevare un carico più elevato del nostro massimale.
Per fare un esempio pratico: se abbiamo un massimale di 100 Kg di snatch, il sistema darà inizio ad un nuovo processo di adattamento soltanto quando proveremo a sollevare di più. Quando ci saremo riusciti il processo di adattamento sarà concluso e se ne avvierà un altro soltanto quando proveremo ad alzare ulteriormente il massimale.
Questo è il motivo per cui i nostri allenamenti comprendono solo 4 esercizi: poche alzate significa pochi schemi motori da imparare, minore dispendio di energie e tempo in esercizi in cui non abbiamo la necessità di raggiungere il massimo della prestazione. In allenamento è meglio, invece, concentrarsi sulle alzate di gara e cercare continuamente di migliorarne la prestazione. Per fare questo ci alleniamo sempre nella zona percentuale del massimale. I nostri atleti sollevano in media 4 tonnellate al giorno, facendo quasi esclusivamente alzate pesanti, mentre fino alla metà degli anni '70 sollevavano una media di 60 tonnellate al giorno, facendo più esercizi e usando carichi più leggeri.
Perché ci alleniamo in questo modo? Per vari motivi.
1. Sollevare un massimale stimola la produzione di un certo tipo di proteine (non precisa quale o forse lo fa, ma la befana non lo dice), che sono create solo a seguito di sforzi di questo tipo. Sollevando carichi inferiori, invece, vengono prodotte proteine di tipo diverso, che non servono per affrontare gli sforzi estremi che si fanno in gara. Quindi si preferisce fare singole pesanti per stimolare la produzione del tipo di proteine necessarie in gara. Non si vogliono sprecare energie producendo strutture che poi non useremo in gara.
2. Sollevando pesi nella zona del massimale si lavora in condizione anaerobica, come in gara. Mentre sollevando pesi più leggeri si finisce per lavorare in condizione aerobica.
3. Una volta che il sistema si è adattato al nuovo massimale, tornare indietro ad allenarsi con pesi leggeri significa regredire, perdere le capacità acquisite, questo perché l'organismo non sarà più stimolato verso un continuo miglioramento, come avverrebbe invece aumentando il peso nel bilanciere e provando ad alzare il proprio massimale.
4. Fare lunghi periodi di recupero o allenarsi per molto tempo con pesi lontani dalla zona percentuale del massimale determinerà un indebolimento dell'atleta e richiederà un lungo periodo di lavoro per riuscire a ritornare ai massimi livelli prestazionali.
P.S.: questa cosa che si deve allenare il sistema e non il muscolo l'ho già sentita. 🙂
Grande Deadboy!! Grazie mille!! Credo sarà interessantissimo! intanto proverò a vedere se capisco qualcosa dai video..
I video dal 6 al 9 contengono le domande fatte ad Abadjev durante il seminario e le risposte che ne sono seguite.
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In corsivo trovate cose aggiunte da me per spiegare alcune frasi o per collegare delle parti che altrimenti sarebbero rimaste senza capo ne coda.
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Video 6
D: Mr. Abadjev, prima che lei diventasse capo allenatore della nazionale bulgara i pesisti si allenavano in modo diverso, con carichi più bassi e più esercizi. Quand'è che avete iniziato a concentrarvi sulle singole pesanti e le alzate di gara?
R: Sono diventato allenatore della nazionale nel '69 e fino ad allora la squadra faceva 19 esercizi col bilanciere, faceva la corsa e i salti, e faceva anche i lanci (probabilmente di tronchi ndr) in avanti e indietro, lanciando persino il bilanciere carico di pesi. Hans Drazila, medaglia d'oro alle olimpiadi di Tokyo del 64, faceva le tirate col bilanciere usando una mano sola, perché così gli era stato detto.
Io ho eliminato molti di questi esercizi e come risultato gli atleti hanno iniziato a migliorare. Gli esercizi col bilanciere sono stati ridotti dapprima a 12, poi a 10.
Nei mesi invernali facevamo dei campi di allenamento in montagna, a 2000 metri di altitudine. Qui facevamo cross-country skiing per migliorare la capacità aerobica.
Questo tipo di attività migliorava il sistema respiratorio, aumentando la capacità polmonare dell'individuo e aumentando la quantità di ossigeno portata ai muscoli, e allo stesso tempo rinforzava i muscoli, rendendoli capaci di sfruttare tutto l'ossigeno che li raggiungeva.
In seguito a quest'esperienza cominciai a studiare questi aspetti più approfonditamente, arrivando alla conclusione che per migliorare la prestazione si doveva migliorare il sistema cardio-respiratorio, per fare arrivare più ossigeno ai muscoli, ma allo stesso tempo si dovevano rinforzare i muscoli aumentandone la massa, per dargli modo di utilizzare il maggior apporto di ossigeno.
Durante i miei studi notai che i ciclisti e i corridori avevano straordinarie capacità polmonari, ma i loro muscoli non erano in grado di sfruttare tutto l'ossigeno che gli veniva messo a disposizione.
I muscoli quindi hanno bisogno di un allenamento specifico e possono acquisire questa capacità solo in seguito ad un processo di adattamento
Video 7
Per spiegare quello che intendo vi faccio un esempio. A quei tempi chiesi ai sette sollevatori più forti della squadra di aiutarmi a portare un pianoforte nel mio appartamento al quinto piano. Bene, dopo soli tre piani di scale erano esausti. Per terminare il trasloco chiamai due operai che facevano quello di mestiere e mi portarono il piano fino al quinto piano senza nessun problema. Fu una cosa imbarazzante.
Questo è successo perché quei due uomini facevano quel lavoro da anni e avevano adattato i loro muscoli e il loro sistema energetico a quel tipo di sforzo.
Lo specifico processo di adattamento di un sistema energetico (es. aerobico) toglierà tempo ed energie al processo di adattamento ad un altro sistema energetico (es. anaerobico).
Dopo questi mie studi decisi di portare gli esercizi ad 8 (siamo nel 1980) e poi a 6 (nel 1986). Questa decisione fu ripagata dai risultati, perché in Spagna la Bulgaria vinse 6 ori e la Russia 2. E da li in avanti furono solo vittorie.
Nel 1985 i pesisti bulgari facevano solo 5 alzate col bilanciere.
Alla fine siamo giunti alla conclusione che riducendo il numero degli esercizi si ottengono migliori risultati.
Ridurre il numero degli esercizi, però, non è sufficiente per migliorare la prestazione. Occorre intervenire sul numero di alzate massimali fatte in allenamento.
Ora, molte volte gli atleti non conoscono o non vogliono dire qual'è il loro reale massimale. Un buon metodo per sapere se il peso che l’atleta sta sollevando è realmente il suo massimale è quello di misurargli le pulsazioni. Se rimane sotto le 170 al minuto subito dopo l’alzata significa che può sollevare di più. Se, invece, sono dai 180 in su, l’atleta è in uno stato anaerobico e si trova vicino al suo massimale.
Nel 1984 misurammo le pulsazioni durante la gara. Verbanov raggiunse le 216 al minuto, mentre in allenamento era salito al massimo fino a 180.
Questa differenza tra allenamento e gara dimostra l’importanza dello stress emotivo a cui è sottoposto l’atleta quando solleva carichi massimali. Sulla base di queste osservazioni nel 1984 ho deciso di fare delle simulazioni di gara tre giorni alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì. In pratica gli atleti venivano fatti allenare davanti ad un pubblico, con tanto di arbitri, giudici e luci. Si cercava, cioè, di replicare per quanto possibile le condizioni emotive della gara. E alla fine abbiamo visto che nelle simulazioni di gara gli atleti avevano prestazioni migliori.
Qui Abadjev, senza dirlo, fa riferimento alle cose dette alla fine del quinto video, quando parla dell'importanza della componente adrenalinica nella ricerca della massima prestazione.
In quello stesso anno cominciammo anche a misurare i livelli di acido lattico degli atleti durante l'allenamento, al fine di ricavare informazioni riguardo il loro stato di affaticamento e si è visto che i livelli di lattato restavano bassi anche quando il volume di lavoro degli atleti era molto elevato. I sollevatori, comunque, dicevano di sentirsi molto affaticati.
video 8
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Abadjev continua nella lunga risposta alla domanda postagli nel video 6
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Quando l'atleta raggiunge il suo massimale non deve tornare indietro, ma deve continuare ad allenarsi in quella zona.
Se sei riuscito a sollevare un peso massimale almeno una volta, il processo di adattamento necessario per arrivare a spostare quel determinato carico si è già realizzato, perciò tornare indietro non ha senso. Al contrario, si deve aumentare il carico nel tentativo di battere un nuovo record.
Quando tornai ad allenare la nazionale bulgara nel 1997 notai che la condizione degli atleti era più scarsa rispetto a quella del periodo in cui erano stati allenati da me. L'intensità dei carichi usati in allenamento era scesa e di conseguenza anche il livello di massa muscolare.
Quello che è successo è quello che io chiamo il fenomeno della "malattia delle stelle", che si ha quando un atleta raggiunge il top e pensa di essersi guadagnato un meritato riposo e il diritto di festeggiare. Nello sport, però, non c'è solo una vetta da conquistare, ma ce ne sono diverse.
Mia madre diceva "se devi fare una lunga strada e sei stanco, non fermarti a riposare perché dopo sarà più difficile ripartire".
E nello sport succede proprio questo: se ti fermi a festeggiare perderai il vantaggio acquisito.
Adesso vi mostrerò l'allenamento di Donka Mintsheva
Snatch: 90 ok, 92 no, 92 no, 92 no, 92 ok
Una volta raggiunto il massimale 90, ha aumentato il peso a 92 e ha provato a chiudere l'alzata finché non c'è riuscita.
Clean & Jerk: 110 ok, 112 ok, 115 no, 115 no, 115 no, 115 ok
Nel c&j ha fatto la stessa cosa.
Questo per dire che in allenamento non si deve fare solo un'alzata pesante, ma di più, quelle che servono.
In cinque mesi di allenamento Donka ha portato lo snatch da 77,5 a 82,5 Kg e il c&j da 97,5 a 113 Kg.
Nello snatch Donka non ha chiuso l’alzata più pesante ed è per questo che lo snatch è rimasto basso se comparato al c&j durante l’allenamento.
Bene, quando Vanev ha vinto il campionato del mondo ha fatto un allenamento simile, ma quando ha cominciato a fare solo un’alzata pesante durante l’allenamento è sceso dal primo all’ottavo posto. In pratica, in allenamento, dopo che raggiungeva il suo massimo smetteva di allenarsi e tornava a casa. Non continuava l’allenamento facendo altre alzate pesanti, come avrebbe dovuto.
Donka si allenava con pesi compresi tra il 95 e il 97% del suo massimale e cercava di sollevare questi carichi anche se non era capace di chiudere le alzate tutte le volte.
Ripeto, una volta raggiunto il massimale il processo di adattamento è già avvenuto e tornare indietro è controproducente. Meglio aumentare il peso e cercare di sollevare un nuovo massimale.
Per chiarire il concetto fa l'esempio di un atleta che in gara ha fatto 190, poi negli allenamenti seguenti è sceso prima a 150 e poi a 140, e per riuscire a tornare al top ha dovuto fare 10-12 alzate pesanti in ogni allenamento. Questo per dire che se si arriva al top e poi ci si adagia, dopo si farà molta più fatica per ritornare al massimo.
Io raccomando di fare 4-5 alzate con carichi compresi tra il 95-97% del massimale. Un allenamento del genere non vi ucciderà, ma certo aumenta il rischio di infortuni.
Cazzarola, lavorone strepitoso, grazie mille!!
Io dopo i primi due video avevo già mollato, direi che hai preso di brutto il senso della faccenda. Arigrazie!
video 9
D: Sulla periodizzazione. L’allenamento prevede alzate massimali tutto l’anno o ci sono periodi con meno ripetizioni e meno peso? Ci sono periodi di recupero tra le varie competizioni?
R: Abbiamo visto cosa succede quando i campioni smettono di allenarsi duramente, perché pensano di essersi meritati un lungo periodo di riposo.
La mia opinione è che l’allenamento debba rimanere simile tutto l’anno. Se un atleta si ferma per un lungo periodo, gli servirà un lungo periodo per ritornare al livello a cui era prima della pausa.
Questa è la pianificazione di gara seguita dai bulgari. I bulgari fanno 8-10 gare all’anno, con 2-3 mesi di pausa tra le gare. la prima competizione dell’anno sono le gare nazionali, poi la Druzba cup in Russia, la Blue sword in Germania, la Moomba in Australia, i campionati europei, la Pannonia cup in Ungheria, una gara in Grecia, il campionato del mondo, ecc.
Ogni atleta ha 8-9 gare importanti in un anno. Pertanto l’atleta deve allenarsi duramente per rimanere in forma. Subito dopo la gara l’attività cala, ma poi riprende a salire tornando al livello normale. Dopo ogni gara c’è una breve fase di recupero quindi.
Non scende nei dettagli però, ma da un disegnino che abbozza alla lavagna si capisce che tra una gara e l'altra c'è un calo progressivo di intensità e poi una risalita; saranno un 2-3 settimane di recupero, ma di certo non con i carichi della Barbie
D: Per quanto tempo un sollevatore può allenarsi con questi livelli di intensità? La carriera sportiva dei sollevatori bulgari è più breve rispetto a quella degli atleti delle altre nazioni?
R: Naim Suleimanoglu ha cominciato col sollevamento pesi a 10 anni e per tre anni è stato allenato da un tecnico privato. E’ entrato a far parte della squadra nazionale bulgara nel 1982 e da allora ad oggi l’ho allenato io (1982-2000). Quest’atleta si è poi trasferito in Turchia nel 1986, entrando a far parte di quella nazionale, ma io ho continuato a scrivergli i piani di allenamento.
Ci sono altre tre domande nel video, ma ve le risparmio. Abadjev è stato capo allenatore della nazionale turca nel '96 e gli chiedono se collabora ancora con quella squadra e quegli atleti. Lui dice di si e che scrive i programmi di allenamento anche degli atleti turchi.
Deadboy STREPITOSO! Grazie mille!!!!
Topic aggiornato. Traduzione completa.
ti meriti una birra 🙂
se vai in giro con una maglia con su scritto ''deadboy rawtraining'' ci dai la possibilità di ringraziarti 🙂
Mi chiedo solo come mettere in relazione il lavoro tecnico tipo MAV ecc ,con la filosofia bulgara qui esposta.