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Uso della Trap Bar ...
 

Uso della Trap Bar nella preparazione atletica.

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viomax
Post: 19
(@viomax)
Registrato: 15 anni fa

"Più l'esercizio è neuromuscolarmente complesso e più da transfer. Potendo uno dovrebbe fare sempre l'esercizio più difficile. I problemi sono il tempo per imparare lo schema e il carico. Spesso esercizi complessi vengono eseguiti con carichi non allenanti."

Certo André...verissimo quello che dice l'allenatore Adogruzza, il problema rimane però inserire esercizi complessi come lo stacco tecnico o lo squat ben eseguito in una routine di allenamento di uno che pratica ad esempio AM, rispetto all'utilizzo di una quadra bar che è sicuramente più approcciabile da qualsiasi atleta. Questa discussione era stata ben affrontata qualche tempo fa su "dangerou's fitness".

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Visione
Post: 1456
(@visione)
Registrato: 16 anni fa

Si massi concordo con tutti e due , dipende dal tempo che uno ci dedica e dalla maturità dell'atleta. Se uno vuole usare la testa anche nella preparazione generale meglio squat e stacco. Se invece vuole solo stancarsi e caricare i muscoli la trap bar è un'ottima scelta. Ovviamente però un'esecuzione decente ci vuole sempre altrimenti ci si infortuna anche col bastone di legno. Poi io sono convinto che piuttosto è meglio una trap bar fatta bene che uno stacco e squat fatti male.
Come al solito bisognerebbe creare dei professionisti seri che possano insegnare su tutto il territorio italiano tecniche d'esecuzione decenti.

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adogruzzaq
Post: 370
(@adogruzzaq)
Registrato: 16 anni fa

Forse andrea ancora meglio è non fare pesi che fare della roba un po' buttata lì. Anzi, quasi sicuramente è meglio non fare pesi se non si sanno fare.

Max il problema è che comunque lo stacco da terra (pure quello tecnico) ha un tempo di apprendimento relativamente veloce. Ieri sera avevo due 16enni scoordinati e allevati a macchinette (cui dico sempre "non vi siete mai allenati, dopo un allenamento mi danno ragione) che lo hanno quasi imparato. Un altra seduta e sono pronti.
Cioè non parliamo di strappo o slancio, parliamo di esercizi con una certa facilità di dominio.
Roronoacilla (o come si scrive) il giovanissimo fighter che tiene il diario su questo forum ha imparato uno stacco quasi perfettamente stt da solo facendolo una volta.
Non tutti sono baciati dalla fortuna così, però secondo me si fa. Poi i risultati, sulla capacità di spendere forza, si vedono.

Come dice andrea, si è sempre troppo pensato ad allenare la carne e non il sistema, poi i ragazzini fanno pectoral machine e non sanno accosciarsi o fare una flessione.

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Paul
Post: 131
 Paul
Topic starter
(@paul)
Registrato: 15 anni fa

Ok, penso di aver afferrato il concetto 😀

Grazie a tutti dei consigli e delle delucidazioni!

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Arjuna
Post: 39
(@arjuna)
Registrato: 15 anni fa

"Più l'esercizio è neuromuscolarmente complesso e più da transfer. Potendo uno dovrebbe fare sempre l'esercizio più difficile. I problemi sono il tempo per imparare lo schema e il carico. Spesso esercizi complessi vengono eseguiti con carichi non allenanti."

Ma quindi gli esercizi da rawtraining (ad esempio i dip agli anelli) dovrebbero dare più transfer della panca, a parità di carico?

A me non è ancora ben chiaro quando un carico può considerarsi allenante e in che rapporto sta con la complessità motoria dell'esercizio.
A me pare che Ado sostenga (se ho capito bene) che di fatto, per problemi di tempo, nella preparazione atletica sia più importante il carico, in modo da allenare il reclutamento di UM. Qui però mi sembra che dica un'altra cosa. Ma probabilmente sono io che sto fraintendendo il concetto di "complessità neuromuscolare"..

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adogruzzaq
Post: 370
(@adogruzzaq)
Registrato: 16 anni fa

Infatti Arjuna il problema è così complesso che ci sfugge a tutti quanti:

io penso che si debba sollevare carichi pesanti in un contesto tecnico assai complesso.
Lo strappo e slancio però non solo è complesso, è a volte IMPOSSIBILE, per cui con il BUON SENSO dobbiamo capire che se alleniamo la forza come mezzo principale con lo strappo e strappiamo 70 kg, stiamo sbagliando tutto e di certo la forza non la mettiamo.

Per me il controllo tecnico e la difficoltà sono fondamentali, però allo stesso tempo la forza chiede carico.

Ad esempio: il dip con anelli è un ottimo esercizio per la parte alta, se vuoi che diventi il tuo unico esercizio di spinta per la parte alta (che è plausibile anche se penso che la panca piana tecnica sia un MUST) devi arrivare a farlo con del carico perchè altrimenti lo stimolo è insufficiente, al che ti serve qualcosa di più semplice (accoppiato a quello) per alzare i tuoi livelli medi di base.

In sostanza quando fai pesi li fai per mettere forza. Però non lo fai per mettere forza nel muscolo xy (a meno di peculiarità specifiche, come la posttraumatica) ma nel sistema. Per mettere forza nel sistema occorre roba complessa. Però non deve essere così complessa da non potersi allenare.
Consiglieresti la croce di Chechi agli anelli come potenziamento della parte alta per un rugbysta? (paradossale ma chiaro)

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adogruzzaq
Post: 370
(@adogruzzaq)
Registrato: 16 anni fa

Sull'articolo di lunedì avremo qualcosa di più approfondito in argomento, spero vi piacerà.

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Arjuna
Post: 39
(@arjuna)
Registrato: 15 anni fa

Insomma Ado, secondo te le powerlift sono il compromesso più razionale fra carico e complessità tecnica.
Però la preparazione per gli SdC (che è quello che mi interessa) credo sia molto diversa da quella del Rugby. E lì magari (è un'ipotesi!) degli esercizi che richiedano un tasso tecnico più elevato ma discapito del carico potrebbero comunque avere una loro logica. No?
Comunque aspetto con ansia il nuovo articolo! 🙂

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Visione
Post: 1456
(@visione)
Registrato: 16 anni fa

Il problema è che già da sport da combattimento a sport da combattimento la preparazione cambia. Vedi il judo col pugilato. Io vengo dai dilettanti seconda categoria e vedo che già la differenza tra preparare un match da 10 riprese e uno da 3.
Insomma il discorso è vastissimo come nessuno parla d'allenare la forza elastica, cosa che invece viene data per scontata nell'atletica leggera http://www.youtube.com/watch?v=8btNmbwwe_Q&feature=player_embedded#at=82
Ecco l'ideale sarebbe vedere in che % lo sport richiede le capacità condizionali (forza, velocità, resistenza) e poi prendere la preparazione dall'atletica leggere, pesante e dalla ginnastica.

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Ermenegildo
Post: 467
(@ermenegildo)
Registrato: 15 anni fa

Ado per neuromuscolarmente più impegnativo cosa intendi?Cioè è un parametro legato maggiormente alla cordinazione necessaria a ottimizare il movimento o a una più complessa stabilizazione del movimento(tipo la bamboo press)

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Arjuna
Post: 39
(@arjuna)
Registrato: 15 anni fa

Certo, un lottatore avrà una preparazione completamente diversa da quella di un pugile.
Comunque mi permetto di dire che, più leggo, più mi sembra che i lavori di Ross Enamait siano realmente validi (e se non sbaglio lui di forza reattiva ne parla sì).

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Paul
Post: 131
 Paul
Topic starter
(@paul)
Registrato: 15 anni fa

Mi trovo in estremo accordo con l'ultimo post di Visione: a livello di prestazione fisica, penso non ci sia paragone tra un atleta che abbia delle buone prestazioni in ambito atletico (Powerlifts, Alzate Olimpiche, Ghiri Sport, 100 metri, 400 metri, 3000 metri) e uno che costruisca il suo bagaglio motorio basandosi sull'uso di circuiti funzionali (che vanno per la maggiore quando si parla di sport da combattimento).

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adogruzzaq
Post: 370
(@adogruzzaq)
Registrato: 16 anni fa

Arjuna, tutto può essere, io onestamente non vedo grandi cose nel mondo della preparazione alla forza negli SdC in USA. Magari mi sfugge qualcosa e non sono informatissimo però vedo tanto fitness rivendibile agli utenti paganti, tanto bodybuilding mascherato, pochi risultati in generale.
Mezzi più complessi ci stanno, però al di là di quello che dice VIsione, quando volete fare forza (quanto, quando e perchè lo deve decidere il preparatore atletico, non l'esperto di Fmassimale) ci sono delle basi scientifiche solide che vedo continuamente scavalcate e i risultati mi danno ragione.
La bamboo press mi sembra proprio l'esempio di una delle robe da non fare.

No parlo di complessità motoria non stranezza

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Arjuna
Post: 39
(@arjuna)
Registrato: 15 anni fa

Guarda, io ero quello che diceva (e dice tutt'ora) di preferire di gran lunga gli autori italiani a quelli ammerigani... però, da ignorante, mi sembra che Ross abbia cercato di affrontare la questione della preparazione per SdC, di per sé assai complessa, in modo intelligente e molto poco commerciale.
Peraltro usa e raccomanda anche una bibliografia alquanto solida.
A questo proposito vorrei farti una domanda (ti sto mitragliando, lo so): che ne pensi delle alzate olimpiche monolaterali con i manubri? Probabilmente per un lottatore non consentono carichi realmente allenanti, ma per uno striker...

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Visione
Post: 1456
(@visione)
Registrato: 16 anni fa

Io dico la mia, anche se non so se Ado la condivide. Le alzate monolaterali vengono inserite per migliorare la coordinazione. Inserire alzate mono va a migliorare il gesto bilaterale, come inserire alzate bilaterali migliora le alzate monolaterali. Questo lo usiamo anche noi nel GS.
Detto questo a livello delle catene , vedi per esempio quella antero-laterale è ottimo.
L'attivazione dei paraspinali è funzionale, mai nel pugilato si attivano contemporaneamente con la stessa intensità- vedi latero-torsioni.

Insomma è mio parere che in tutte le preparazioni dovrebbero essere inseriti esercizi monolaterali. Ovviamente vanno inseriti in una periodizzazione e non bisogna passare da una estremizzazione all'altra. Quindi non è detto che diventino dei fondamentali.

Come sempre dipende dallo scopo e dalla persona.

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