Uno - Rawtraining
di Alessandro Menegaz
A volte tra una battaglia e la successiva la vita ti regala qualche attimo per affilare le armi, mettere a fuoco gli obiettivi e trasformare tutta la strada che hai percorso in energia per continuare a combattere. Questi sono i momenti in cui ti siedi a riflettere e talvolta ti confronti con chi sta percorrendo una strada simile alla tua, simile non tanto per quanto riguarda gli obiettivi, ma per il modo di affrontare la sfida, per la determinazione, per il fuoco che riempie lo sguardo ogni volta che ti confronti con te stesso e con il limite da valicare.
Intorno al falò di RawTraining si sono seduti innumerevoli cacciatori di demoni e nel tempo molte storie sono state raccontate tra le fiamme, l’acciaio e le mille parole scolpite su queste pagine. È intorno a questo fuoco che RT è nato, è cresciuto e si evoluto. La luce delle fiamme durante questi racconti rendeva più sopportabile l’oscurità, un’oscurità in cui ognuno di noi poteva percepire lo sguardo del proprio demone e la sfida che lo attendeva.
Questo articolo è uno di quei racconti e nasce anche in risposta a chi vorrebbe capire meglio cos’e’ RawTraining e in cosa si differenzia da tanti altri progetti presenti sul web.
Root
RawTraining è nato da un gruppo di amici con interessi, vite e passati molto diversi. In comune la passione per l’allenamento e un forte desiderio di spingersi oltre. I nostri allenamenti fin dall’inizio si sono liberati da qualsiasi convenzione. Chiudendo la porta della palestra abbiamo spalancato quella della mente iniziando a cercare ovunque spunti per rendere efficace e micidiale ogni sessione di allenamento. Esercizi alla sbarra nei parchi, anelli attaccati agli alberi, automobili o camion spinti nei parcheggi, slitte trascinate sotto la pioggia. Non importava dove o con quale attrezzatura, l’importante era raggiungere e superare il limite spremendo fino all’ultima goccia di sangue, fino a quando sentivi davvero di aver dato tutto quello che avevi.
Gli spunti venivano da quello che leggevamo sui libri, sul web, nelle riviste e da molte fonti che tuttora fanno parte del nostro mondo. Uno dei riferimenti che inizialmente ci ha fornito moltissimi spunti è stato sicuramente il Crossift Journal. Intendiamoci, parlo di anni in cui in Italia non esisteva nessuna palestra Crossfit (si, proprio nessuna), nessuno ne sapeva assolutamente nulla, a parte forse qualche appassionato che come noi recuperava in qualche modo quei preziosi pdf. I games non esistevano, la parola wod non voleva dire nulla e tutto quello che cercavamo e trovavamo su quelle pagine erano esercizi nuovi da provare e attrezzatura che potevamo costruirci. Quegli elementi uniti alle programmazioni da testare e da adattare all’attrezzatura che avevamo erano più che sufficienti per darci ogni giorno un nuovo demone da combattere.
Ognuno di noi aveva obiettivi diversi, alcuni si allenavano in funzione di uno sport, altri desideravano solo diventare più forti. I risultati si misuravano in ripetizioni, in secondi, in chilogrammi, in demoni sconfitti…e allora, come oggi, l’aspetto estetico veniva considerato un semplice effetto collaterale del superamento dei propri limiti.
Le programmazioni erano fin dall’inizio adattate all’individuo e agli obiettivi. Il demone suggeriva la scelta delle armi, il numero e la tipologia delle sessioni, i carichi, i tempi e talvolta anche la tecnica di esecuzione. La nostra propensione all’individualizzazione però non è mai stata limitata a questi “semplici” fattori.
L’idea era quella di migliorare lavorando sui nostri anelli deboli, cioè sui fattori che limitavo la nostra performance. Soprattutto all’inizio la visione era molto semplice: non riesci a camminare con le putrelle da 80 Kg perchè ti si aprono le mani? OK allora il lavoro si concentrerà sulla forza della presa.
Così ti ritrovavi a trazionare su barre con diametri improbabili, eseguire una moltitudine di esercizi con funi anaconda e dopo qualche mese la fat bar per te era diventata il bilanciere standard, tanto che stringendone uno normale avevi quasi l’impressione di stritolarlo.
Ognuno di noi allora come oggi, doveva conciliare l’allenamento con il proprio lavoro, la scuola, la ragazza e tutti i paletti che la vita impone. Per questo motivo era raro che ci allenassimo tutti insieme, anzi spesso ci si allenava da soli o ci si incrociava solo per qualche minuto. Anche per questi motivi gli schemi di allenamento standard non sembravano adattarsi bene alle nostre esigenze.
Ma non sono forse i problemi che hanno sempre avuto tutti quelli che non possono permettersi di vivere in funzione dello sport che praticano?
Allora perchè non cercare soluzioni che vadano oltre la semplice improvvisazione?
Perchè non cercare di trovare un modo per ottimizzare gli allenamenti non solo in funzione dei propri obiettivi, ma anche dei propri paletti, della propria individualità e di tutti quei fattori che ci rendono unici?
RawTraining è un progetto che nasce da questa domanda e dalla continua ed incessante ricerca di una risposta che non esiste.
Ciò che però conta di più nel nostro caso non è la risposta ma il modo di cercarla…
Legacy
È in questo contesto che abbiamo deciso di avviare un progetto di condivisione della nostra visione e della nostra infinita guerra contro i demoni. Nacque così il blog e a distanza di circa un anno questo sito, una sorta di moderna Minas Tirith in cui riunire guerrieri di ogni razza e credo.
L’idea era quella di condividere la nostra ricerca, moltiplicando le individualità, allargando i nostri orizzonti e radunando le persone che avevano un approccio simile al nostro.
Ovviamente non è stato facile in questi anni conciliare lavoro, allenamento, gestione del sito e tutto il resto. Non abbiamo mai avuto le risorse (i.e. tempo e soldi) che hanno altri progetti web gestiti da professionisti del settore, quindi spesso è stato necessario fare delle scelte, concentrarci sulle attività prioritarie e accantonare alcune ottime idee che però risultavano incompatibili con le nostre vite. Del resto, se fossimo pagati per allenarci faremmo due o tre sessioni al giorno e passeremmo il resto del tempo a studiare, ma purtroppo non è così, quindi cerchiamo di ottimizzare, di trovare il compromesso che ci porti ad ottenere il massimo risultato compatibile con le nostre risorse, vale per l’allenamento ma anche per tutto il resto.
In questo viaggio alcune figure di riferimento degli inizi si sono allontanate dal nostro fuoco per continuare a percorrere la propria strada. Credo sia fisiologico per un progetto come il nostro, se vuoi vivere di questo devi trovare la tua chiave di lettura, seguire la tua strada, combattere la tua guerra.
Ma se è vero che alcuni di loro si sono allontanati, molti altri si sono avvicinati sedendosi intorno al nostro accampamento e portando nuovi racconti, nuovi demoni. Credo che ormai tutti voi conosciate Andrea, Ado e Paolo. Tre persone così diverse ma così uguali nella passione che mettono in tutto ciò che fanno. È stato facile trovarli, è bastato ascoltare quello che avevano da raccontare per capire che erano destinati a diventare dei veri e propri maestri d’armi in questa guerra dell’acciaio.
Powerlifting, ghiri e molta scienza applicata allo sport. Ulteriori passi in avanti e tantissima benzina sul nostro fuoco.
C’è stato comunque un periodo in cui alcuni argomenti hanno polarizzato molto le nostre pagine, tanto da portarci giustamente anche critiche da chi vedeva in questo una pericolosa deriva e chiusura verso tante altre discipline che meritavano il loro spazio.
Il powerlifting ed il weightlifting, ad esempio, per il loro legame diretto con la forza neurale hanno per diversi mesi polarizzato la nostra attenzione. In fin dei conti, la letteratura era piena di informazioni su questi sport. Studi scientifici e risultati facilmente quantificabili e paragonabili avevano un fascino a cui era davvero difficile resistere. Tutto sembrava più “facile” da comprendere e la sensazione di avere delle risposte a portata di mano aveva su molti l’effetto di una droga. È la tendenza di questo mondo, la ricerca di una fede in cui riconoscersi, di un guru di riferimento che sia invulnerabile alle critiche e che ci porti per mano in battaglia.
Ma questa tendenza non ha mai fatto per noi.
Non esiste una sola fede, non esistono guru, non esistono risposte universali, non esiste LA forza.
Ogni volta che vi ponete un obiettivo, ogni volta che guardate in faccia il vostro demone, voi state urlando al mondo quello che significa per voi essere forti. Non ci sono discipline o obiettivi di serie B, laddove la battaglia per essere vinta comporti un superamento dei propri limiti.
Ho scritto cose scontate? Si è vero, eppure l’arroganza e la supponenza permeano le parole di chi vuole trasformare persone curiose e piene di passione per lo sport, in guru da seguire e idolatrare. La maggior parte delle volte non sono i guru ad autoproclamarsi tali, sono i loro stessi “seguaci” a non comprendere fino in fondo la loro continua ricerca, sono questi “fedeli” a minare lo spirito stesso dell’operato di queste figure di rifetimento. È da questa tendenza che nascono vere e proprie guerre di religione in un campo dove non dovrebbero esistere profeti.
Non sono queste ad ogni modo le guerre che ci interessava combattere e quindi il nostro cammino non si è fermato così come non si sono fermate le persone che ci accompagnano. Nel tempo nuovi cacciatori di demoni si sono affiancati ai nostri maestri d’armi portando la loro unicità e i loro racconti.
Calisthenics, strongman, ginnastica, crossift sono solo alcuni dei terreni da caccia in cui si muovono i rawer ed è anche grazie a persone come Alberto Giuliani, Alain Riccaldi, Boris Tripodi e Jacopo Arienti, che gli orizzonti di RawTraining si sono nuovamente aperti per abbracciare le infinite sfumature della forza e dello sport.
I demoni si sono moltiplicati, le nostre vite sono diventate più complicate e così anche le strategie per raggiungere i nostri obiettivi hanno dovuto portare l’individualizzazione degli allenamenti su un altro livello.
Complexity
Il passaggio è stato graduale ma con l’evolversi del progetto RT anche i nostri allenamenti e il nostro approccio alla programmazione e alla periodizzazione si sono evoluti. Il semplice concetto iniziale di anello debole è stato arricchito dalle programmazioni per gli sport di potenza, dalle progressioni per le skill a corpo libero, i basamenti della forza metabolica, lo studio dei matabolic pathway richiesti nei diversi sport e molti altri concetti teorici, tecnici e metodologici che hanno notevolmente complicato e differenziato i nostri programmi di allenamento..
In questo contesto una voce si è distinta tra le fiamme e ci ha fornito una nuova chiave di lettura che non solo ha abbracciato l’essenza stessa di RawTraining ma ne ha legato a doppio filo futuro e passato, radici ed evoluzione. Sto parlando di Boris Tripodi, la prima persona che ci ha spinto ad interpretare l’allenamento come la risoluzione di problemi motori, allondantanandoci defintivamente dall’interpretazione “muscolare” della forza. Niente di nuovo? Non l’ha certo inventato lui! Si, vero. Ma prima che quelle parole uscissero dalla sua bocca nessuno nel nostro mondo parlava dell’alleamento in quei termini, mentre ora, dopo qualche anno, sembra anacronistica ogni altra interpretazione. E non mi basterebbe un articolo per elencare gli innumerevoli concetti di cui il web si è riempito negli ultimi due o tre anni che abbiamo sentito per le prima volta enunciati da lui. Se fosse stato più incline a scrivere articoli adesso, suo malgrado, sarebbe stato eletto da tempo guru tra i guru. Come noi è allergico ai messia dello sport e questo è uno dei motivi per cui probabilmente preferisce parlare delle sue idee davanti ad un bicchiere di vino intorno al fuoco piuttosto che sui forum o sui social.
È attraverso le sue parole che abbiamo per la prima volta sentito parlare della teoria della complessità e l’abbiamo vista applicata all’allenamento.
In fin dei conti è sempre stato più o meno evidente a tutti che i programmi di allenamento dei campioni e dei grandi allenatori non bastavano a trasformarci in atleti d’elite. Eppure li seguivamo alla lettera, cercavamo di lavorare sulla tecnica in modo maniacale, filmavamo ogni ripetizione e chiedevamo consiglio a tutti quelli che conoscevamo… ma alla fine c’era sempre una giustificazione per farci capire perchè quello stesso programma sui nostri quasi-gemelli aveva funzionato più che su di noi o viceversa. Mille scuse che ci facevano oscillare tra la sensazione di aver sbagliato qualcosa e l’idea che alla fine tutti gli approcci fossero più o meno equivalenti e insufficienti a farci arrivare a risultati a cui forse non potevamo aspirare per questioni genetiche (genetica è il nome del destino sulle labbra di uno sportivo).
Quante volte abbiamo sentito dire che individualizzare gli allenamenti ha senso solo per gli atleti avanzati? Per i principianti va bene tutto, giusto? No, sbagliato… almeno non è così per noi.
La necessità di adattare l’allenamento alla propria complessità non dipende dal proprio livello iniziale, non da quello prestazionale almeno. L’unico livello che conta è quello motivazionale, quello legato al fuoco negli occhi, quello che ci spinge davvero a percorrere l’unica strada possibile per superare i nostri limiti. È la strada che passa per la conoscenza di noi stessi, quella che ci fa studiare mille programmi, mille articoli, mille esercizi, video, teorie… ma non per cercare LA verità, LA rispostà, IL programma migliore…
Non siete unici solo se siete atleti avanzati, siete unici sempre.
Quando vi sedete intorno al nostro fuoco e ascoltate i racconti di altri cacciatori di demoni, ricordatevi sempre che “nessuno può davvero insegnarvi niente… ma voi potete imparare qualsiasi cosa” (cit. Boris). Ogni articolo, ogni storia, ogni video può darvi qualcosa e permettervi di scendere più in profondità dentro di voi. Per trovare quello che cercate però è necessario volerlo, è necessario accettare che nessuno vi darà risposte che solo voi potete trovare. Le vostre risposte, il vostro allenamento, la vostra battaglia, i vostri demoni.
È una ricerca che non finisce mai, ma che può diventare davvero la vostra forza se abbraccerete la complessità che vi caratterizza e smetterete di semplificare ciò che non può essere semplificato.
Non è facile da accettare ma per citare Red che a sua volta cita Morpheus nella recensione del libro di Paolo:
“Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.”
Non è un’idea facile da digerire perchè è molto più facile credere che là fuori da qualche parte ci sia la risposta che cercate e la persona che ve la servirà su un piatto d’argento.
Pensate che queste cose siano astratte, poco pratiche o banali? Forse era meglio il programma di allenamento cinese che ha forgiato gli ultimi tre o quattro eroi del ferro. Quello che vi avrebbe dato l’illusione di avere tra le mani la risposta che non troverete mai se continuate a cercarla leggendo gli articoli con questo spirito (e poco importa se gli articoli siano nostri o di qualcun altro).
Con questo non voglio dire che non sia utile leggere i programmi dei campioni, guardare video ecc… sto dicendo l’esatto opposto, ma quello che troverete dipenderà molto da quello che cercherete.
Facendo ipotesi non dimostrabili, generalizzando le conclusioni di qualche studio, citando statistiche per supportare una teoria generale che vi fornisca qualche punto fisso su cui fare affidamento sempre, combatterete solo una guerra persa in partenza. Una battaglia contro i mulini a vento che discende dall’incapacità di gestire la complessità, dal desiderio disperato di certezze, di punti fissi che ci mostrino la strada, di predicatori che ci svelino il segreto dell’acciaio.
Quando leggete uno studio o guardate una statistica ricordatevi sempre che la linea che vedete sul grafico non siete voi. Quella linea frutto di una stima statistica nasce da un insieme di puntini che non si trovano nemmeno su di essa. Il mio professore di statistica anni fa mi disse: “La statistica è quella scienza che sostiene che se hai i piedi nel frigo e la testa nel forno mediamente stai bene”. Voi non siete quella retta e non siete nemmeno i puntini da cui proviene e questo sarebbe vero anche se aveste partecipato all’esperimento che ha partorito quel grafico. Non siete un puntino fermo su un foglio, siete una nebulosa in movimento e quindi non lasciate che siano le statistiche a dominare i vostri allenamenti. Leggetele in modo critico, cercate di estrarre delle informazioni che possano esservi utili ma ricordatevi sempre che quello che vi serve è addentrarvi nella nebulosa non chiudere gli occhi fingendo che sia un puntino.
Il nostro obiettivo non è cercare l’allenamento migliore o l’esercizio più efficace. RawTraining non è nato per condividere le risposte… ma le domande… la ricerca infinita.
È durante questa ricerca che cercherete di capire cosa vi impedisce di superare il limite e di abbattere finalmente il vostro demone. Ogni parola spesa davanti al fuoco sarà un passo in più, ogni ripetizione, ogni secondo passato ad allenarvi sarà un’occasione per imparare.
Poi intendiamoci, se avete le possibilità pratiche ed economiche di farvi seguire da un bravo allenatore che riesca ad entrare in sintonia con i vostri obiettivi e con le vostre caratteristiche individuali, siete davvero fortunati. Ma probabilmente, se non siete atleti agonisti o non aspirare ad esserlo, non è così. Seguire alla lettera un programma di allenamento scritto da una persona che stimate non è per niente la stessa cosa, sebbene all’inizio del viaggio possa essere l’unica alternativa percorribile. Quella stessa persona infatti se vi conoscesse a fondo con ogni probabilità vi farebbe fare tutt’altro o comunque adatterebbe quello stesso programma in modo da renderlo davvero efficace per voi (almeno se fosse motivato a farvi migliorare). Questo in fondo è il ruolo dei bravi allenatori, studiare tutta la vita per acquisire quell’unico dettaglio che può fare la differenza per quell’unico atleta. Conoscenze scientifiche, una vita di pratica, il desiderio di comprendere l’individuo su un livello sempre più profondo e ricco, per ottenere risultati, per guadagnare un secondo, una ripetizione, un chilogrammo.
Uno
Ho scritto questo articolo per rispondere ad alcune delle domande che ci sono state poste negli ultimi anni riguardanti la nostra visione dell’allenamento e l’identità stessa di RawTraining e dei rawer. Avrei preferito che leggeste questo racconto da chi in primis ha tradotto il nostro progetto istintivo in parole, ma non è sempre facile trovare il tempo per farlo e quindi visto che nelle ultime settimane la mia vita ha allentato la presa ci ho provato io.
Ho voluto scriverlo anche per tutti quelli che liquidano alcuni degli articoli che proponiamo considerandoli banali o poco informativi solo perchè a loro non servono o perchè pensano di essere su di un altro livello (non mi riferisco ovviamente a chi critica argomentando). Chiaro, ci sono articoli più o meno qualitativi e non è sempre facile trovare idee rivoluzionarie o realmente innovative, ma davvero qualcuno di noi ha la possibilità di giudicare cosa sia utile a tutti gli altri e cosa no?
Ho visto gente migliorare facendo esercizi che molti di voi giudicherebbero inutili e molti farsi male con tecniche di esecuzione apparetemente corrette.
L’arroganza, la supponenza e la presunzione l’ho trovata soprattutto in chi si allenava poco o in chi aveva un qualche interesse nell’assumere atteggiamenti di questo tipo, in primis quello di guadagnare autorevolezza in questo ambiente (il prestigio e la falsa autorevolezza si ottengono più facilmente distruggendo che costruendo).
Ad ogni modo a noi l’ambiente interessa poco (è uno dei vantaggi di non doverci vivere… ce ne possiamo fregare) e quindi proseguiremo come sempre per la nostra strada che è quella della conoscienza acquisita dalla partica, dallo studio e da un approccio aperto e umile verso l’allenamento e verso tutte le persone che vorranno condividere con noi la loro strada.
“Demoni” è il nome che diamo ai nostri limiti, ai nostri obiettivi. Sono parte di noi, sono quello che ci spinge a lottare, a migliorare. Per sconfiggerli dobbiamo conoscerli, per conoscerli dobbiamo conoscere noi stessi in un continuo processo di crescita che non finirà mai.
Spero che ora, quando vi alzerete e vi allontanerete da questo fuoco per andare a combattere l’ennesima battaglia, avrete finalmente capito dove vi trovate… questa non è Sparta! Non è 300. Sarebbe troppo facile. Perchè gli altri 299 non ci sono… perchè gli altri 299 non ci sono mai stati.
Questo è RawTraining e voi siete UNO! Qualunque cosa vi diranno, qualunque cosa leggerete, sarete sempre e solo uno.

La proteina della forza S.P.A.R.C.1 Settembre 2014
Raw Strength & Conditioning for Combat Sports 1 Settembre 2014

13 commenti
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Ottimo articolo davvero.Non ho mai avuto il piacere di incontrarvi personalmente ma ritengo che questo approccio di “apertura mentale seguita da verifica sperimentale” sia senza dubbio la strada da seguire per progredire.Un ringraziamento è dovuto anche per tutti quelli che (RTSS e non) sono sempre stati disponibili per un consiglio e un confronto su questa piattaforma.Grazie a tutti.
Grande, grandissimo!
Ci sono anch’io, ci sono sempre stato.
Così intimamente simili, fratelli, senza mai neanche essersi parlati: guarda la mia stanza in Italia (non sto più lì), e te ne accorgeai… 😉
Stay strong!
Gran bell’articolo. Complimenti Alessandro e grazie.
Mi associo ai complimenti ed ai ringraziamenti.
La mia massima stima.
Seguo il progetto dall’inizio e non posso che fare i complimenti a tutti quelli che ne hanno preso parte, una fonte d’ispirazione che mi ha portato ad intraprendere la mia strada odierna.
la tua capacitä espositiva è lodevole, le tue parole scorrono ed avvincono sempre cariche come sono di significati.
l’epilogo ne è l’emblema
[quote]
Spero che ora, quando vi alzerete e vi allontanerete da questo fuoco per andare a combattere l’ennesima battaglia, avrete finalmente capito dove vi trovate… questa non è Sparta! Non è 300. Sarebbe troppo facile. Perchè gli altri 299 non ci sono… perchè gli altri 299 non ci sono mai stati.
[/quote]
nessuno e’ cresciuto nell’agoghé, iniziato con la krypteia eppure da frank miller in poi sentirsi un po’ lacedemoni sembra essere diventato un segno distintivo senza magari neanche interessarsi a cosa volesse dire la lambda sull’oplon…
Le motivazioni devono essere intrinseche, i demoni da sconfiggere non sono i persiani alle termopili, il male da cui liberare l’umanità, ma la sfida contro se stessi a cui nessun altro frega niente e da cui al massimo si otterrebbe un disinteressato “bravo”.
Grazie … davvero … grazie a tutti voi !
Per quello che avete scritto ma soprattutto per il vostro contributo a ciò che RawTraining rappresenta … io ho scritto l’articolo ma il significato delle parole siete voi.
ho 46 anni, un avambraccio con 5 viti e ..non sono nessuno.
Da un paio di anni, dopo 20 anni di poca attività,ho ricominciato a fare lo sport meno consigliato per un braccio così
ovvero karate ( koryu uchinadi ), senza nessuna pretesa ovviamente di fare dell agonismo di nessun genere..
..in più ho sempre amato arrampicarmi, fare un pò di pesi e il braccio così….mi dava fastidio.
Ho ricominciato ad avere fiducia
quando ho scoperto che un avambraccio più tonico poteva sopperire alla non buonissima solidità
dell accrocchio con le viti di cui sopra ; dopo che ho visto il tutorial con gli anelli fatti in casa….boom .
Mi sono detto …vuoi vedere che….
…ora faccio le dip e le trazioni agli anelli con 8 kg appesi in vita ,
che per il mio stato di forma di due anni fa
è una specie di miracolo…cercando più che altro della forza per potere avere un transfer sul karate e avere
un pugno che si muova ad una velocità decente e una presa sul clinch che dia del filo da torcere… e funziona..
in questo spazio meraviglioso che è questo blog trovo continuamente domande ma anche spiegazioni sul perchè delle
cose, cosa fare e non fare per sport da combattimento, anche se non salgo sul ring, tutte cose
fantastiche…e la frattura è addirittura migliore di quando era prima di cominciare.
..come dicevo ho 46 anni, un avambraccio con 5 viti e non sono nessuno..
nessuno sopratutto rispetto a dei tipi qua che alzano due di me con uno squat e anche agevolmente.
..ma non mi importa: mi sento meglio e grazie a voi e a questo spazio so che ci sono tante domande
ma anche tante risposte e tante cose da provare.
Di solito non scrivo mai nulla e non commento mai perchè quasi sempre nei commenti prima di me e anche dopo
vedo le risposte che cerco e mi rendo conto che è meglio far dire a chi ne sa di più;
però…stavolta qualcosa dico: grazie semplicemente di esserci.
Fate un gran lavoro ,date molti stimoli, usate molto la testa e la fate usare…gran belle cose.
Anche io, solitamente non scrivo, pur sentendo inizialmente lo stimolo a farlo e ripromettermi occasionalmente di ritentare di farmi pubblicare sul sito.
Tutti quanti quelli che sono impegnati nella ricerca spirituale, affrontano un percorso a spirale, con un periodico cambio di frequenza, un passaggio all’ ottava successiva; questo articolo suona come un DO, prima di una nuova scala.
Le parole conclusive sono emblematiche: sei UNO… non sei solo, ma sei UNO.
UNO esprime lo stato di consapevolezza, di presenza a se stessi, di risveglio.
Viene un momento, dopo che ci si è costruiti un monticello di conoscenza più o meno grande, di compiere un atto di fede, ed intuito il principio ultimo, abbandonare la conoscenza e spiccare il salto dal proprio monticello.
E’ probabile che tra non molto, su queste stesse pagine, si scriverà con cognizione di causa che questi “demoni” sono totalemtne reali. Sono, stati quantici di polarità negativa che si nutrono di energia che noi li forniamo attraverso emozioni negative, paure, giudizio.
Il demone non viene sconfitto, ma tratto alla luce si trasmuta, il rawer fa l’ alchimista.
Alessandro, GRAZIE.
Grazie ancora ragazzi … ogni parola è energia ed ispirazione per chi lavora al progetto … ogni storia è un altro UNO che merita di essere raccontato
Splendido articolo !
Raw Training è unico…
e anche Raw Training è UNO…
bellissimo articolo! come tutto il sito! inizio a guardar il mio piccolo mondo degli allenamenti con luce nuova! grazie!
Grazie Yuri ! Buon allenamento ! 🙂