La moda di correre a piedi scalzi: falsa moda passeggera o modo brillante per essere sani? - Rawtraining
di Dr. M.C. Schraefell
Per oltre quarant’anni la gente in occidente ha corso con scarpe fatte per essere “morbidose”, nella speranza di prevenire gli infortuni ed andare più forte. Eppure i corridori scalzi sostengono che correre senza scarpe o con calzature minimali sia meglio e più sicuro.
Chi ha ragione? E che tipo di scarpe dovresti indossare per un’esperienza di running più sana? Scoprilo in questo articolo, scritto per farti pensare.
Una breve storia delle scarpe “morbidose”
C’erano una volta delle persone che correvano senza scarpe. Oppure indossavano dei semplici sandali, come gli huaraches. Pestavano i piedi su sentieri di terra battuta. Si buttavano giù per canyon rocciosi. Galoppavano in verdi praterie. Tutto scalzi, o quasi.
In alcune parti del mondo la gente corre ancora così.
Nel frattempo, in occidente, nel corso degli ultimi quarant’anni un intero settore industriale è cresciuto intorno alla tecnologia delle scarpe da running.
Al giorno d’oggi molti di noi pensano che se non abbiamo allacciato le nostre scarpe con gel-arco-pronato-supinato-suola-interna-esterna-allacciatura-schema-mega-industriali, non dovremmo neppure pensare di uscire per strada.
Ma c’è anche un’altra scuola di pensiero: i cosiddetti “barefoot runners”, i corridori scalzi.
Costoro sostengono che tutta la mania delle scarpe sia poco più che una sciocchezza. Credono che faremmo meglio a ritornare ad una scarpa più “naturale” per correre. O lasciare perdere le scarpe del tutto.
Allora, chi ha ragione?
Correre
Le persone corrono dalla notte dei tempi. Per cacciare, per sfuggire al pericolo, e anche per il semplice piacere di farlo. Infatti, sono stati riportati eventi di corse competitive che risalgono al 1829 AC.
Ma si è dovuto aspettare fino agli anni 60 perché atleti non competitivi cominciassero ad adottare la corsa come forma di allenamento regolare. E con questo nuovo gruppo di corridori amatoriali è arrivato un interesse tutto nuovo per delle calzature sport-specifiche.
In breve tempo l’iconico baffo della Nike è arrivato nei negozi. Il suo successo può essere dovuto al fatto che le scarpe fossero più leggere della maggior parte di quelle allora in uso.
Paragonate alle loro eredi, lo spessore del tacco era prossimo a zero.
Giusto per fare un paragone, dai uno sguardo alla scarpa originale confrontata con la versione “tribute” del 2007.
Vedi la quantità massiccia di schiuma e il tallone elevato? Un bella differenza.
Cosa è dunque successo nel lasso di tempo di trent’anni per cambiare la forma delle scarpe? Nuovi materiali e “scienza”.
Dalla metà degli anni ’70 in avanti, le aziende hanno assunto degli scienziati per progettare le calzature da running. È qui che i termini “neutrale”, “pronazione” e “supinazione” hanno fatto il loro ingresso nel vocabolario dei runner.
Improvvisamente, non è stato più così semplice acquistare la scarpa che sembrava calzare meglio ed essere più comoda. Hai dovuto invece capire quale fosse il tuo “stile” nella corsa e scegliere una scarpa per “correggere” le tue “disfunzioni” nella falcata e prevenire gli infortuni.
Sembrava una cosa ragionevole, in teoria. Dopo tutto, chi vuole farsi male?
C’era solo un piccolo problema. Nonostante il coinvolgimento di scienziati nella progettazione, non ci sono dimostrazioni che alcuna scarpa studiata specificamente per uno stile di corsa riduca gli infortuni!
Il business delle scarpe
Nel frattempo, nelle fabbriche, gli inventori mettevano insieme nuovi tipi di gomma. Infilati nelle suole delle scarpe per aumentare la spinta, ridurre l’impatto, e ri-energizzare il piede nelle corse lunghe, questi nuovi materiali avrebbero dovuto aiutarti a fare distanza in maggior sicurezza.
Eppure, ricerche recenti suggeriscono che queste suole fighe non ci impediscono di subire un urto quando il piede entra in contatto con il suolo. Invece, ci impediscono di notarlo.
Scoperte come queste hanno portato a tendere verso scarpe più minimaliste.
Nel 1999 il progettista Robert Fliri ha brevettato una scarpa “five-finger”, prodotta per la prima volta dalla Vibram nel 2005.
Negli anni che sono seguiti, le five-finger e altri modelli di basso profilo hanno visto un notevole incremento di popolarità. Dai forum pubblici alle riviste di sport, un numero sempre maggiore di atleti e persone normali ne osannano i benefici.
Se la scarpa calza bene…
Al giorno d’oggi possiamo correre scalzi; calzati in modo minimale (con scarpe senza sollevamento del tallone e una leggera imbottitura); oppure calzati (con scarpe poco flessibili dalla suola imbottita e con il tallone sollevato).
È grandioso avere scelta. Ma a volte le scelte rendono la vita confusa.
Quindi prima di comprare il tuo prossimo paio di scarpe (o di buttarne via un paio) probabilmente vuoi sapere:
- Esiste un approccio migliore in termini di performance?
- C’è un approccio migliore in termini di sicurezza?
E probabilmente vorrai avere delle prove concrete per prendere la tua decisione.
Cosa dice la ricerca
Se vuoi la versione di Cliff Notes o di Coles Notes (sono due case editrici, una attiva negli USA l’altra in Canada, che pubblicano delle guide per studenti che in Italia sono comunemente conosciute come bigini, ovvero dei riassunti di varie materie pensate per preparare gli esami – ndt), la giuria non è ancora rientrata.
Semplicemente, non ci sono abbastanza studi a supporto di alcuna affermazione definitiva.
Ciò che invece sappiamo è che correre scalzi o con calzature minimaliste può migliorare la performance. Ma questo può avere a che fare con il passo più che con la scarpa stessa.
Nel frattempo, non sappiamo ancora per certo se le scarpe minimaliste riducano il rischio di infortunio rispetto a calzature più strutturate.
Ma ciò significa che le scarpe “morbidose” aiutano a prevenire gli infortuni?
No di certo.
Tecnica, non scarpe
Ecco un fatto curioso. Nonostante i produttori di scarpe affermino che le calzature strutturate ci proteggono, queste ultime non hanno ridotto l’incidenza degli infortuni: negli ultimi quarant’anni gli infortuni correlati alla corsa non si sono verificati con meno frequenza.
Infatti, nessuna delle ricerche collegate ai vari tipi di scarpa mostra alcun effetto sugli infortuni.
Viene fuori che la nostra andatura nella corsa conta più della scarpa.
E una tecnica corretta – che comprende forze di impatto e adattamento – può proteggerci dagli infortuni e migliorare la performance in modo assai più affidabile rispetto a qualsiasi tipo di scarpa.
Forze di impatto
Ci sono fondamentalmente tre tipi di runner:
- Rearfoot striker (i talloni sono i primi ad avere l’impatto con il suolo)
- Midfoot strikers (l’avampiede tocca il suolo per primo, seguito dal tallone)
- Forefoot striker (l’avampiede tocca il suolo mentre il tallone non tocca mai veramente terra)
La maggior parte di noi ha uno stile preferito o istintivo. Ma possiamo imparare ad usare un’andatura diversa. E le nostre calzature (o la mancanza di esse) può influenzarla.
Le ricerche mostrano che le persone che corrono scalze tendono a toccare terra prima con l’avampiede o con la parte centrale di esso. Nel contempo, i corridori che usano le scarpe tendono a toccare terra prima con il tallone.
Infatti, le scarpe rigide con la suola imbottita possono convertire le persone a questo tipo di andatura. Specialmente quelli che sono istintivamente dei midfoot striker.
Com’è possibile? Beh, la parte elaborata della scarpa è così voluminosa che toccar terra con la parte centrale del piede diventa virtualmente impossibile. Toccar terra prima con il tallone (rearfoot striking) diventa la strada con la resistenza minore.
Rear, mid, front – qual è la differenza?
I rearfoot striker atterrano con una forza significativamente maggiore rispetto ai midfoot striker o ai forefoot striker – una forza pari a circa 1,5 – 3 volte il loro peso corporeo.
Immagina come ti sentiresti se un oggetto del peso di 1,5-3 volte il tuo peso corporeo si abbattesse ripetutamente su un’altra parte del tuo corpo.
Ahi! Non c’è dubbio che correre implichi un prezzo da pagare.
Di conseguenza, l’impatto sembra essere molto inferiore per i midfoot striker e i forefoot striker.
Fonte: Lieberman, D., et. al. Nature, 463 (7280), 531-535
Adattamento: aumentare la risposta al movimento
I rearfoot striker non si limitano ad impattare col suolo in modo più pesante, ma corrono anche con la gamba piuttosto rigida ed estesa. Questa posizione manda una grande quantità di forze in più verso la parte alta del corpo.
I forefoot striker ed i midfoot striker hanno anche qui un vantaggio. Tenendo le ginocchia piegate e i piedi posizionati maggiormente sotto il bacino, hanno le caviglie più morbide e “adattabili”.
Ciò significa che sono più reattivi nei confronti dell’ambiente. Le forze nella corsa possono essere regolate in tempo reale.
Vuoi sapere cosa intendo dire? Prova a correre scalzo nell’erba o nella sabbia e osserva come la tua andatura risponde in modo delicato e veloce al terreno.
Infortuni comuni
Oh, queste ossa!
Basandoci su quanto detto sopra, è piuttosto semplice vedere come le (micro) fratture da impatto siano gli infortuni più diffusi nella corsa.
Non c’è da stupirsi se le aziende hanno aggiunto delle imbottiture alle scarpe.
Queste imbottiture possono ridurre leggermente l’impatto sul tallone.
Ma solo del 10% al massimo. La maggior parte delle forze resta. Semplicemente non le sentiamo nello stesso modo. E questa cosa, alla lunga, può essere peggio.
Con tutte le forze generate dalla corsa, potresti pensare che questa possa aiutarti a costruire delle ossa più forti.
O meglio, correre porta molti grandi benefici, ma l’aumento della densità minerale delle ossa non è uno di questi.
Per costruire massa ossea, abbiamo bisogno di massa muscolare. E le attività che sappiamo contribuire in modo maggiore alla densità ossea sono gli sport basati sulle ripartenze, come lo squash ed il calcio, oppure l’allenamento con i pesi grazie al carico esercitato su tutta la lunghezza dei segmenti ossei.
I tessuti connettivi
A parte le microfratture, un’altra lamentela comune tra i runner è la fascite plantare, a volte chiamata “tallone del corridore”.
Sebbene la maggior parte del dolore sia avvertita nel piede, la fascite è provocata da una contrattura dei muscoli del polpaccio o nel tendine di Achille.
Uno stile di corsa da rearfoot striker può aumentare la possibilità di sviluppare una fascite plantare. I midfoot e forefoot striker non sembrano avere la stessa percentuale di rischio in questo senso.
L’ambiente
Questo potrà sembrare ovvio, ma è più facile correre scalzi o con calzature minimali in alcuni ambienti rispetto ad altri.
Contrariamente a quanto tu possa pensare, il terreno duro non presenta particolari rischi – dando per scontata un’andatura da midfoot o forefoot striker. Ma le condizioni meteorologiche ed altri fattori potrebbero presentare dei rischi.
Non è un’ottima idea correre veramente scalzi nella neve o sul ghiaccio. Le scarpe ci aiutano a fare da tampone contro il congelamento.
Il Dr. Mick Wilkinson può anche gareggiare scalzo nella Great North Run in Gran Bretagna, ma i runner a Iqaluit dovrebbero pensarci due volte. Se i tuoi piedi sono insensibili, hai perso, per definizione, la capacità di avere delle sensazioni. E se non hai sensazioni, puoi infortunarti senza renderti conto di cosa stia accadendo. Cattive notizie.
Inoltre, se vivi in un quartiere pieno di vetri rotti, ciottoli aguzzi, siringhe o chiodi arrugginiti, probabilmente vorrai un po’ di protezione per i tuoi piedi.
Correre scalzi di notte pone altri rischi, per ovvi motivi. Se non puoi vedere il terreno, potresti mettere i piedi su qualcosa di indesiderato.
In breve, un conto è correre su una spiaggia soleggiata ad Aruba, ma è tutta un’altra cosa provarci in una notte di gennaio nel Bronx.
Per concludere
Correre scalzi o con calzature minimali tende a favorire un’andatura da midfoot o da forefoot striker. Ma questo significa che i corridori scalzi o minimamente calzati si infortunano di meno?
Forse, ma non abbiamo abbastanza ricerca per poterlo dire con sicurezza.
Quello che sappiamo è che le scarpe imbottite e rigide possono contribuire a dare un falso senso di sicurezza nei confronti dell’andatura. Diventiamo meno consapevoli di come stiamo correndo.
Questo è un problema perché le scarpe non eliminano le forze d’impatto associate a molti problemi legati alla corsa. Al contrario, una maggior consapevolezza della propria andatura e, se necessario, una modifica della stessa, è in grado di farlo.
Allo stesso modo, presta attenzione se decidi di spostarti verso calzature minimali o verso la corsa scalzo dopo aver usato scarpe strutturate. I piedi e le gambe hanno bisogno di tempo per abituarsi al nuovo posizionamento. Aumenta lentamente e sii realistico.
E le prestazioni?
I runner scalzi o minimamente calzati tendono ad avere una falcata più corta e più rapida rispetto a chi corre con le scarpe, indipendentemente dalla velocità. E questa, in generale, è una buona cosa.
Ci sono alcuni compromessi interessanti tra la lunghezza della falcata e la frequenza, ma nella corsa di distanza gli atleti di elite hanno una cadenza di circa 180 passi al minuto o più, mentre gli atleti non di elite tendono ad avere cadenze intorno ai 140-160 passi al minuto. I corridori calzati tendono a correre a 140-160 passi al minuto, a prescindere dalla velocità.
Questa semplice statistica suggerisce che le calzature minimali, che pongono il piede maggiormente sotto il bacino, aiutano a promuovere una cadenza di elite e riducono le falcate eccessive.
Dall’altro lato, la ricerca mostra anche che i rearfoot striker consumano leggermente meno ossigeno rispetto ai midfoot striker quando corrono a meno di 15 km/h. In teoria, questo si traduce in una migliore performance.
Eppure i midfoot striker hanno performance estremamente buone in eventi particolarmente gravosi dal punto di vista energetico, come le ultramaratone, giusto per fare un esempio.
In altre parole, sembra che non ci sia una singola variabile che racconti tutta la storia in termini di prestazioni.
Altri motivi per prendere in considerazione delle calzature minimaliste
A quest’ora hai probabilmente capito che la corsa a piedi scalzi o minimamente calzati promuove un’andatura salutare. Ad ogni modo, è possibile correre in quel modo anche con delle scarpe da running super tecnologiche.
In effetti, ChiRunning – un programma progettato per migliorare la tecnica nella corsa – incoraggiava il forefoot striking ed altre meccaniche correlate già nel 1999, prima dell’avvento delle calzature minimaliste; lo scienziato dello sport Michael Yessis ha fatto la stessa cosa nel suo libro del 2000 Explosive Running.
Eppure ci devono essere altre ragioni importanti per cambiare.
I runner minimalisti esperti dicono di avere maggiore consapevolezza del loro corpo nello spazio (propriocezione). Una maggior propriocezione contribuisce ad un miglioramento nell’equilibrio e nella stabilità.
Poi, con un maggior feedback dal terreno, le articolazioni ricevono un miglior allenamento.
Tutto ciò viene amplificato quando passi da una calzatura minimalista alla vera esperienza di corsa scalzo.
Quando la tua pianta del piede tocca il terreno, godi di ogni genere di sensazione. Caldo, freddo, asciutto, bagnato. Ricordi quando sguazzavi nel fango da bambino oppure quando infilavi i piedi nella sabbia fredda? È divertente provare delle sensazioni con i piedi!
C’è qualcuno che dovrebbe evitare di correre scalzo o minimamente calzato?
La maggior parte dei piedi se la passano bene con scarpe minimali. Ma c’è qualche eccezione.
Diamo un’occhiata più da vicino.
Piedi piatti
Se hai i piedi piatti, potresti preoccuparti di aver bisogno di un supporto plantare.
Ma prova a passare un pochino di tempo tutti i giorni camminando o correndo a piedi nudi o con calzature flessibili. I tuoi piedi si rinforzeranno e potresti sentirti diverso.
Plantari
Magari usi dei plantari. Vuol dire che non puoi diventare un minimalista?
Dipende.
Se usi i plantari a causa di una malattia al metatarso o alla pianta del piede, probabilmente devi continuare ad usare le scarpe che abbiano spazio per il plantare. Proveresti dolore senza la protezione extra.
Ma se il plantare è una soluzione per alleviare un dolore locale senza un infortunio specifico, praticando più mobilità articolare dinamica ed esplorando tra le calzature flessibili in maniera graduale e progressiva, potresti migliorare la postura e la falcata allo stesso modo della mobilità. Potresti perfino liberarti dei plantari.
Deformità o insensibilità del piede
Chi ha delle differenze tra i piedi che influenzano la falcata (per esempio il piede torto) dovrebbe prestare particolare attenzione. Ma potrebbe essere in grado di correre scalzo o con calzature minimaliste, se seguito da un coach esperto. (Ho lavorato con runner in questa situazione).
La corsa a piedi scalzi può effettivamente migliorare l’infiammazione dell’alluce. È una cosa che va contro il senso comune, dato che l’avampiede impatta col terreno con una maggior forza, ma molti runner testimoniano che ciò accade.
Le uniche persone che non dovrebbero provare a correre a piedi scalzi o con scarpe minimaliste sono quelle con malattie (come ad esempio il diabete) che provocano l’insensibilità nei piedi.
Solo per correre?
E se non sei un runner? Ci sono altri luoghi dove indossare calzature minimaliste?
Puoi scommetterci.
Camminare e fare trekking con calzature minimaliste è un’esperienza grandiosa. Senti veramente il terreno sotto ai piedi. Molti dicono che è un po’ come tornare bambini.
E poi, c’è un approccio vecchio stile al powerlifting che preferisce le Converse Chuck Taylor a qualsiasi altro tipo di scarpa, proprio perché consentono a chi le indossa di sentire il terreno. E molte persone che si allenano in casa preferiscono farlo a piedi scalzi.
E gli altri sport?
Per quanto grandiose possano essere, le calzature minimaliste non sono adatte a tutti gli sport. Anche il sostenitore più accanito dei piedi scalzi si arrenderà di fronte ad alcuni sport.
Il Dr. Mick Wilkinson, che sta a piedi scalzi nel nord della Gran Bretagna per 12 mesi all’anno, indossa le scarpe per giocare a squash. Stephen Sashen, il tizio che ha modernizzato lo huarache con le Xero Shoes, usa scarpe con i tacchetti per gli sprint.
Sarebbe una vera sfida calciare un pallone senza un minimo di protezione per le dita. La potenza nella pedalata del ciclismo deve molto alle suole rigide.
C’è anche tutta una storia bellissima sulle scarpe da sollevamento pesi e di come siano passate da una tipologia simile a quelle dei pugili con i lacci, ad una scarpa rigida con la suola in legno e il tallone rialzato per ridurre lo stress sul tendine di Achille.
Come trovare una scarpa minimalista
Poniamo che la ricerca vi abbia solleticato l’interesse e che siate pronti a provare le calzature minimaliste. Come riconoscere una calzatura minimalista?
Prima di tutto, ci sono un paio di varianti, da quelle ad infradito a quelle che assomigliano di più ad una scarpa tradizionale.
Ma tutte le calzature minimaliste hanno le seguenti caratteristiche in comune:
- L’imbottitura nella parte anteriore e posteriore della suola della scarpa è più o meno la stessa, e non molto spessa.
- La suola è flessibile. Sarai in grado di piegarla con facilità al centro del piede. Ma non è tutto. Può essere tòrta nel senso della lunghezza, lungo l’asse longitudinale. Infatti, se non riesci a torcerla come faresti attorcigliando un asciugamano, probabilmente non è minimalista.
- Non c’è un supporto plantare rigido.
Passare alla corsa con calzature minimali o a piedi scalzi
Se sei pronto a provare calzature minimaliste o la corsa a piedi scalzi, progredisci gradualmente.
(Non enfatizzerò mai abbastanza questo aspetto, così lo dico di nuovo: progredisci gradualmente).
Per esempio, comincia con l’aumentare la flessibilità della scarpa e solo in seguito comincia a ridurre la “morbidosità”. Consideralo un esperimento dove cambi una variabile alla volta.
- Comincia al coperto: Lascia che i tuoi piedi si abituino ad una scarpa meno strutturata, indossandola al chiuso nel corso della giornata, in ufficio, su e giù per le scale.
- Dopo diversi giorni, esci all’aperto. Stai all’aperto con le nuove calzature per 15 minuti. Osserva come ti sembra camminare su differenti superfici. All’inizio i piedi potrebbero stancarsi. Fermati prima che facciano veramente male.
- Pensa come se fosse un incremento di carico. Se i piedi non ti fanno male dopo 15 minuti il primo giorno, bene! Fermati comunque. Prova 20 minuti il giorno successivo.
- Continua ad incrementare gradualmente. Una volta che sei arrivato ad un’ora all’aperto e i piedi sono OK, puoi cominciare a sperimentare andando più lontano e più a lungo. Sentiti libero di portare con te delle scarpe tradizionali “di scorta” per cambiarti, se necessario.
- Fai un piano di riserva una volta deciso di aumentare intensità o durata. In alternativa, prepara un piano di uscita come una fermata dell’autobus oppure un passaggio in taxi per tornare alla casella di partenza. Questo contribuirà a diminuire lo stress in caso i piedi cominciassero a farti male.
- Lavora sulla cadenza prima di spingere al massimo. Se hai pianificato di correre, devi cominciare a preparare i polpacci e il bacino al nuovo movimento, esercitandoti con una falcata maggiormente da midfoot o forefoot. Vedi come va. Potresti pensare di trovare un coach che ti dia una mano.
- Pensa alla lunghezza ed alla frequenza della falcata una volta cominciato a correre. Misura il ritmo. Cerca di portare la cadenza con un midfoot oppure un forefoot strike dalle parti di 180.
- Presta attenzione. Osserva come si comportano i polpacci facendo ciò con le tue solite scarpe prima di provare le calzature minimaliste.
- Costruisci la tua nuova tecnica gradualmente con le nuove calzature. Una volta che l’adattamento funziona su di te, prova 15 minuti su qualche superficie diversa con le nuove calzature minimali.
- Progredisci gradualmente. Ancora una volta, ma se non te lo ripeto un milione di volte non mi ascolterai. Dunque, progredisci con gradualità. A meno che non ti piacciano gli infortuni e il dolore. Se fosse così, allora compra un paio di scarpe minimaliste e fai una corsa di 5 km la prima settimana.
Di nuovo, quando sei soddisfatto della tua aumentata mobilità ed hai esplorato la falcata forefoot e gli aggiustamenti motori nella corsa, puoi cominciare a ridurre la “morbidosità” delle tue scarpe.
Comincia al coperto con la temperatura giusta. La maggior parte delle calzature minimaliste ha uno spessore di 4-7mm. Quello può essere un gran cambiamento rispetto alle Nike Free o ad altre scarpe.
Quando esci per la prima volta, preparati ad essere consapevole delle superfici sotto ai tuoi piedi. Di nuovo, all’inizio preditela comoda e non andare lontano.
Personalmente suggerisco sempre di camminare parecchio al coperto con scarpe dalla suola sottile come le Vibram Five Fingers o le Merrell Trail Gloves prima di andare all’aperto. E, ancora una volta, se decidi di spingerti oltre e provare a correre scalzo, dovrai passare attraverso un processo simile.
È un’avventura. Superfici che non avevi mai sentito prima, adesso possono offrire dei messaggi ai tuoi piedi.
La mobilità articolare conta
Un altro approccio complementare per prepararti alle calzature minimaliste è di praticare la mobilità articolare dinamica.
Il movimento nel correre o camminare non si verifica solo nel piede. Le calzature minimaliste ci spingono ad un maggior uso delle articolazioni.
Lavorando sulla mobilità articolare dinamica – sollecitando in modo deliberato la consapevolezza del sistema nervoso intorno alle articolazioni – diventiamo più reattivi e preparati per nuove sollecitazioni.
Soprattutto: ascolta il tuo corpo
Rivelazione: le mie calzature passano il test di torsione fin dal 2008 quando ho cominciato ad indossare le Vibram Five Fingers. Da quel giorno le mie calzature flessibili comprendono una grande varietà di scarpe che passano il test di torsione.
Se scegli di fare il cambiamento, ricorda: per costruire i tessuti ci vuole tempo. Mesi di tempo.
Ma se ti concedi il tempo per passare alle calzature minimaliste, potresti non tornare più indietro.
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Schraefell
Il Dr. M.C. Schraefell ha un PhD interdisciplinare ed è un ingegnere certificato. Professore di informatica e human performance all'Università di Southampton e di tanto in tanto al MIT, dove fa ricerca in progetti a supporto del benessere, creatività e performance umana.
È in possesso della certificazione Z-Health Neural Movement Coach Master Trainer, è trainer certificato (CSCS – Certified Strength and Conditioning Specialist ) presso la National Strength and Conditioning Association, ed è Precision Nutrition Level 1 certified nutrition coach.
Può essere seguito online su begin2dig.com, @begin2dig, facebook.com/begin2dig.

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3 commenti
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haha… un pò in ritardo il nostro PhD… per di più è quasi plagio, ma così è l’era d’internet, mi viene il dubbio visto che avevo tradotto il mio articolo anche in inglese.
A voi la scelta tra questo o quello che scrissi anni e che credo sia obiettivamente meglio:
[url]http://www.rawtraining.eu/fondamenti/vuoi-correre-parliamone/[/url]
Alberto, l’autore ha messo tanto di quella bibliografia per scrivere un articolo che avrà dimenticato di citare anche te 😉
haha… hai ragione!