Quello che rimane - Rawtraining
Homemade Clubbells26 Novembre 2012
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di Andrea Biasci
Da bambino mi sdraiavo in montagna a guardare il cielo, vedevo le nuvole libere passare. Il vento pettinava l’erba che si increspava come onde sul mare.
Tutto si muoveva ma era come se rimanesse fisso, immobile, perenne.
Quando si è giovani tutto passa lentamente, ogni esperienza ti segna, rimane impressa nella memoria, indelebile. Mano a mano che si cresce la vita prende la rincorsa, i giorni iniziano a galoppare e gli anni scorrono veloci come le nuvole in montagna.
La vita è così, un battere di ciglia, e alla fine cosa rimane? Ricordi, sensazioni, sapori che affiorano dal profondo della bocca, rumori lontani.
A volte mi chiedo perchè mi alleno, perchè lo faccio? Da anni, ogni giorno, sfido me stesso, a volte vinco altre perdo, eppure sono sempre li con 40° o -10°, col sole e la pioggia.
Ogni giorno costringo il mio corpo alla fatica, lo annego nel dolore, alla ricerca di quella ripetizione in più, di quel kg da aggiungere al bilanciere, di quel tempo da battere.
Ogni giorno miro a salire un gradino più in alto, come se volessi arrivare a toccare le nuvole che stanno in cielo.
Quand’ero ragazzo mi allenavo perchè volevo essere il migliore, volevo fare il pugile professionista, poi un giorno ai campionato regionali sono finito al tappeto al primo round; in un’altro incontro mi sono accorto alla terza ripresa che il mio avversario si stava limitando a portare a casa il match senza infierire.
Allora mi sono reso conto che non sarei mai potuto diventare il migliore.
Ho continuato, tuttavia, ad allenarmi, ho smesso di ricercare le sfide nel battere gli altri ed ho deciso di gareggiare solo contro me stesso.
Sono passato dall’esercitarmi in palestra per poi finire a farlo a casa, in camera, in un metro quadro. La notte accanto al letto avevo i kettlebells, la magnesite rimaneva nell’aria, si appoggiava sulla scrivania, sulla sedia e sulle coperte. I miei occhi, alla luce della lampada, guardavano la polvere galleggiare ma vedevano le nuvole in montagna.
Cosa rimane dell’allenamento? Muscoli indolenziti? Una fatica che ti cade addosso e ti sprofonda nel sonno? Oppure rimane qualcosa di più?
Perchè, in fondo, noi siamo la nostra storia, e se questa è fatta da mille allenamenti passati, noi siamo anche quelli. Siamo la nostra passione che ci scorre impetuosa dentro come sangue. Siamo le nostre aspettative, la nostra voglia di migliorare e di toccare le nuvole in cielo.
Non so cosa mi regalerà la vita ma posso ritenermi fortunato. Ho conosciuto uomini di una forza incredibile che mi hanno fatto sentire piccolo e mi hanno stimolato a crescere. Ne ho conosciuti altri che hanno fatto assieme a me questo percorso e sono diventati Master Sport, persone COMUNI che hanno ottenuto risultati ECCEZIONALI. Ho incontrato tanti ragazzi simili a me, con gli occhi che vedevano quello che vedevo io.
Un giorno da vecchio, davanti al camino, mi accorgerò che al mantello della vita, come foglie, sono rimasti attaccati tutti i trionfi, le sfide portate a casa, le vittorie ottenute. Mentre davanti agli occhi,nascosti dal fumo della legna, ci sono ancora i sogni irrealizzati, le sconfitte cocenti, le delusioni mai dimenticate. Tra le scintille, che salgono, tutte le nuvole che non sono riuscito e non riuscirò mai a prendere.
Allora mi dico che oggi vale ancora la pena di lottare, vale ancora la pena di stringere i denti, di rincorrere i sogni.
Tutto passa, per questo è meglio lasciarsi alle spalle un passato glorioso fatto di piccole vittorie personali, di risultati indimenticabili ottenuti col sudore e la costanza.
Il futuro è più importante del presente, soffrire oggi per goderne domani, senza rimproverarsi niente.
Ricordatevi che siete la vostra storia, fate in modo che sia una storia di successo.
Avrei potuto scrivere il solito articolo ricco di contenuti, e forse qualcuno penserà che avrei fatto meglio, ma ritenevo importante fare un passo indietro e toccare per una volta il cuore dell’argomento.
Perchè ci alleniamo?
Qualcuno lo farà perchè gareggia, qualcuno per stare bene, altri per vincere i propri demoni, spero in pochi solo per far passare il tempo.
Non so perchè voi vi alleniate, quello che so è che in ognuno di voi c’è un piccolo-grande campione. Non tutti siamo nati geneticamente fortunati e abbiamo il potenziale per essere dei fuoriclasse.
Ma tutti possiamo fare al meglio quello che ci è stato concesso di fare.
È un delitto allenarsi buttando via il proprio tempo.
Da vecchi rimarranno solo le soddisfazioni per quello che avete fatto, fate in modo d’esserne fieri.
Come?
Per concludere vi lascio con una frase di Francesco Rigoli, Master Sport, che trovo un ottimo consiglio da consegnarvi:
“Qualcuno più saggio di me, mi ha detto una volta: Non esistono segreti, devi solo allenarti! Adoro questa frase, è cosi semplice, che è come se ti mettesse davanti ad un bivio: puoi allenarti, o puoi passare la vita a cercare una nuova tecnica, un nuovo maestro, un nuovo programma, un nuovo integratore… fin quando ti accorgerai che sei fermo, perché il tempo perso a cercare un’illusione avresti dovuto investirlo nell’allenamento.“
Buona sfida, rawer!
Andrea Biasci è un utente del forum ispirato dagli altri utenti, con voglia di crescere e progredire sia sul campo che nello studio.
Per info: Project inVictus
Andrea è RawTraining Strength Master Coach.
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Parole sante. Dalla prima all’ultima.
Grazie.
bellissimo articolo Andrea!
Traspare l’essenza di ciò che sei e di ciò che vuoi lasciare!
lettura emozionante…
Bellissimo! Non tu… l’articolo!!! 🙂
Bello Andrea!!! Bravo!!!
Magnifico, e come torna con l’intuizione di Borges, quando diceva del suo “… mi estupor que el tiempo, nuestra substancia, pueda ser compartido”!
Siamo davvero fatti di tempo, la materia ci fluisce attraverso, e è la qualità del tempo che abbiamo saputo stratificare in noi, che fa tutta la differenza.
Bellissimo questo articolo!! 😀
Quello che rimane…. è la soddisfazione di essere riuscito a coltivare la propria passione, anche oggi che la frenesia e la produttività ha sobbarcato i nostri ritmi, le nostre voglie, le nostre esigenze.
La felicità…. i greci la chiamavano Eudaimonia, conosci te stesso, ascolta il tuo demone, fallo esplodere. Solo così sarai realmente felice. Non nè gli oggetti che hai, nè in quello che appari, ma nella libertà di esprimere quello che sei veramente.
Quando vedo, ascolto e leggo persone come Andrea capisco che ancora non hanno ucciso quello che è realmente l’uomo, l’uomo libero, l’uomo capace di rendere sua la propria vita, l’uomo capace di essere una creatura unica e irripetibile e non un semplice ingranaggio del sistema.
Quando sento di persone che si allenano dopo una giornata intensa di lavoro, dopo un intera giornata all’università, dopo ore e ore in fabbrica… capisco che la libertà non è ancora morta, che c’è sempre speranza anche se è più buio di prima.
E forse mi sovviene in mente che è molto buio anche prima dell’Alba.
Grazie mille per le tue parole, Andrea.
Parole che aprono il Cuore.
Anche io mi sono allenato per battere gli altri, poi per battere me stesso, poi solo per le belle sensazioni.
Ora mi piace dire che mi alleno per Amore.
Grazie.
Mi associo ai complimenti,
un articolo dai contenuti inaspettati ma ci voleva. P
Perché la domanda “Perché ci alleniamo?” penso se la facciano tutti ogni tanto e, per esperienza, è frequentemente rivolta a chi magari sembra fare una fatica enorme sotto carichi ridicoli per cavarne delle alzate decenti.
Molto “motivational”.
Bella Bruno 🙂
“…Da vecchi rimarranno solo le soddisfazioni per quello che avete fatto, fate in modo d’esserne fieri. ”
Una visione
Che visione arcaica e decadente…
davvero la pensi così ?
no, in realtà da vecchio sarò entusiasta per quanto potrò fare in futuro
Va là che sei forte, in senso figurato oltre che fisico, sei un poeta e sognatore e volevi salire sul ring a picchiare altri ?
Meno male che hai preso pochi pugni in testa, invece di importi su un solo essere alla volta con la violenza ora ne ispiri centinaia (di migliaia?) con la tua intelligenza.
Bell’articolo.
[quote]Da bambino mi sdraiavo in montagna a guardare il cielo, vedevo le nuvole libere passare. Il vento pettinava l’erba che si increspava come onde sul mare.
Tutto si muoveva ma era come se rimanesse fisso, immobile, perenne.
Quando si è giovani tutto passa lentamente, ogni esperienza ti segna, rimane impressa nella memoria, indelebile. Mano a mano che si cresce la vita prende la rincorsa, i giorni iniziano a galoppare e gli anni scorrono veloci come le nuvole in montagna.
La vita è così, un battere di ciglia, e alla fine cosa rimane? Ricordi, sensazioni, sapori che affiorano dal profondo della bocca, rumori lontani.[/quote]
Bellissimo, non potevi descriverlo meglio. E’ proprio quello che succede: quando si è bambini e adolescenti le giornate sembrano non passare mai. Poi tutto accelera e man mano che si invecchia si finisce anche per avere nostalgia di quegli anni, quando invece non vedevamo l’ora di diventare più grandi.
Gran bella lettura Andrea. Grazie.
Questa è pura poesia! il ritratto di un mondo che spesso si vede solo dall’interno.
grazie! 😀
attenzione che i ricordi ingannano:
quando si rivolge la memoria indietro spesso vengono alla luce solo i momenti migliori,
e restano nel dimenticatoio quelli peggiori …..
se uno si ricordasse di tutto, forse spesso si direbbe, “è meglio oggi che allora” …
detto questo aggiungo
si può raggiungere l’Everest, il Monte Bianco o il Monte Acuto (!)
si può arrampicare con gli scarponi, con le ciabatte oppure scalzi,
si può scalare da riposati, da stanchi o da moribondi …
l’importante è muovere il c**o e … tentare di scalare la vetta !!!
“quello che rimane” ?
se va bene , sono le fondamenta di quel che abbiamo costruito fino ad oggi,
altrimenti ricordi , forse dei numeri, da segnare in bacheca per i posteri …
Pirandello diceva: la vita è troppo avara per lasciarsi assaporare, la possiamo gustare solo attraverso i ricordi del passato
😉
giusto !
proprio perchè il presente è così “farcito” di inconvenienti e cose non belle,
i ricordi sono invece sovente “scremati”,
e vengono alla mente i risultati, le vittorie, le tappe importanti ,
gli esami superati e non quelli bocciati …
se penso alle gare che ho fatto in passato
mi vengono in mente i podi e le medaglie,
quasi mai mi sforzo di ricordare gli allenamenti all’alba prima di andare al lavoro,
gli allenamenti andati male, le inca**ature,
le liti ed i dissapori con i miei familiari per andare alle trasferte o che altro ….
ed è per questo che si dice “si stava meglio quando si stava peggio”,
magra consolazione …..
i titoli per i traguardi importanti però rimangono sempre, per questo consiglio sempre traguardi ambiziosi e se si può coronati in una gara.
Tutto passa le vittorie , rimangono però vittorie 😉
io sono più per la filosofia di Enzo Ferrari:
“la mia vittoria più bella? quella che dovrò ancora conquistare! ”
nella realtà rimpiango di non aver avuto 20 anni fa tutto ciò che ho ora,
quando facevo in mansarda panca con 40 kg e piramidali 10-8-6-4,
curl con manubri, croci e pullover …. senza leggere niente e con solamente la vecchia scheda della palestra datata anni’90
adesso che ho tutto per allenarmi , sempre a disposizione,
manco tre ore a settimana riesco a trovarmi …. 🙁
quindi i miei ricordi in fatto di pesi sono molto molto avari …
con l’unico mertio di non aver mai mollato quella panchetta e quei dischi, perchè un giorno, prima o poi, mi sarei attrezzato per bene ,
e così andata !
grande motivatore!
Grandissimo articolo!
Bravo Andrea
Grazie 🙂
…ma che bell’articolo!! (quando qualcuno a casa, povero di spirito, nella sua ignoranza, crede che sia “uno che si fa i muscoli”… :-/)
GRAZIE!
E faccio i complimenti e sottoscrivo in pieno quanto scritto da Ilguista.
…ragazzi, mi sembra proprio i essere proprio in compagnia di belle persone, altro che l’ambiente delle palestre…!
Fantastico! Io ho 46 anni, anche se me ne sento 20 (certo, le articolazioni…!), però ritrovo riflessioni che faccio spesso anch’io. Per la cronaca, sto facendo il ciclo russo sulla terrazza di casa, alzandomi alle 5.10 del mattino! Mi piace ritrovarmi in una gabbia di matti come questa e scoprire che siamo in tanti a condividere passione e pensieri…
bello………mi alleno xchè a 40 anni ho ancora li spirito agonistico di sfidare me stesso,ho fatto anch’io il pugile dai 23 ai 27 anni,a livello agonistico è dura eh
Questa frase è altamente significativa: “Ricordatevi che siete la vostra storia, fate in modo che sia una storia di successo”, semplicemente perchè molte persone si lasciano andare al trascorrere delle giornate! è giusto lasciarsi guidare dal destino, ma non dobbiamo scordare che siamo sempre noi i piloti! perchè mi alleno? perchè ho le forze per farlo e ciò mi rende nobile! vi do una chiave di lettura diversa. Poco tempo fa ho visto un ragazzo disabile che camminava accompagnato per mano e aveva la schiena talmente deformata che non poteva nemmeno sollevare la testa per guardare il cielo. Allora perchè mi alleno? perchè io sono fortunato, e posso farlo! e devo farlo anche per loro, per quelli che non possono! devo essere forte anche per loro, magari per assisterli. Non so se voi credete in Dio, ma io credo ci sia qualcuno lassù, qualcuno che ci ha dato un dono, il dono più prezioso, la salute! quindi non allenarsi sarebbe un sacrilegio; allenarsi vuol dire dare il massimo della grinta in ciò che facciamo, fare una trazione alla sbarra con sovraccarico e imprimere una velocità concentrica talmente potente al movimento da spaccare la sbarra col petto!
Articolo che mi ha fatto venire la pelle d’oca! Parole magnifiche che esprimono a pieno ciò che è l’ allenamento per uno sportivo appassionato! Complimenti!
Botta al cuore!
Bellissime parole, lo sportivo vive di sogni e ambizioni!