Brevi linee guida sul sistema Interval Training - Rawtraining
di Marco Manuelli
Nel mio primo articolo per voi rawer dalla pelle dura prenderò in esame in modo specifico una tipologia di allenamento che spesso viene adottata all’interno dei nostri workout, ovvero il sistema ad intervalli, al fine di rendere più comprensibile e dare un senso oggettivo ed applicativo a questa da tempo nota ma purtroppo ancora mal compresa metodologia.
Quando parliamo di allenamento ad intervalli (IT, HIIT, HIIWT) chiamiamo in causa un efficacissimo ed altrettanto produttivo sistema di condizionamento atletico in uso nelle più svariate discipline sportive di tipo ciclico ed aciclico. Se usato con senso ed accuratezza applicativa, riesce a “regalare” notevoli incrementi prestativi.
Spesso però possiamo osservare un errato uso o un sovrautilizzo di questa metodica, molti preparatori e coach che “mitizzando” e confondendo le fondamenta pratico/teoriche del sistema, inseriscono queste sessioni random all’interno delle periodizzazioni dei propri atleti.
Troppo spesso in passato nella mia esperienza da atleta, e tuttora che sono allenatore, ho avuto modo di assistere presso le varie strutture sportive ad allenamenti sconcertanti, con esercizi inseriti all’interno del workout tanto per volumizzare lo stesso, non tenendo conto della reale logica sequenziale esecutiva, molto spesso intensificando le sessioni stesse con assurdi sovraccarichi massimali alternati ad esercizi plyo-calistenici.
Da tutto ciò si evince la necessità di adottare una coerente e mirata stesura programmatica della singola unità di lavoro dedicata all’Interval Training. Esistono infatti regole e leggi da seguire scrupolosamente se non vogliamo inficiare il raggiungimento dell’obiettivo prefissato a medio-lungo termine, qualunque esso sia, e se vogliamo conseguentemente porre il nostro atleta in condizioni di lavoro totalmente sicure.
La chiave per rendere performante il sistema sta nell’ottimizzare il time fisico del nostro training in rapporto a volumi ed intensità. Una matematica scorciatoia, se paragonata all’allenamento di tipo tradizionale, che se fisiologicamente indirizzata provoca una risposta adattativa di forte impatto per quel che concerne i nostri tre sistemi energetici primari. Importante a tal punto precisare che, nonostante la specificità applicativa nella stesura del nostro programma IT volta al miglioramento dei parametri di uno o più dei nostri sistemi energetici, per contro, andiamo comunque a incrementare positivamente in maniera attiva anche i restanti metabolismi non direttamente coinvolti.
Quest’ultima è proprio la forte peculiarità che contraddistingue il metodo ad intervalli. A questo punto è necessario entrare ancor più nello specifico per quel che concerne la caratterizzazione delle variabili di cui tener conto in un adeguato piano di allenamento. Tali parametri sono le fondamenta sistemiche del metodo IT.
- Intensità oggettiva: trattasi di valori specifici oggettivamente misurabili inerenti al nostro allenamento; quali soglia anaerobica, livello lattacidemia (mmol/L), VO2Max, FC Max, percentuali sovraccarico, Mt/Km percorsi, Watt prodotte, Kcal consumate, Rpm, Met, ecc.
- Tipologia esercizi: uso di Ergometri, Body Weight, lavoro con resistenze e/o sovraccarichi.
- Numero degli esercizi: esercizi nell’ unità lavoro.
- Numero intervalli per esercizio: frazione lavoro/recupero per singolo esercizio.
- Recupero tra esercizi: recupero tra le “serie”.
- Cadenza esecutiva: ripetizioni per frazione lavoro.
- Durata dell’intervallo lavoro: fase attiva della frazione lavoro.
- Durata dell’intervallo recupero: fase di recupero nell’intervallo (passivo/attivo).
Applicazione esecutive del sistema
Metodo intervallato per la Stimolazione alattacida di potenza (8”-12” Rest 70-75% FC Max Circa)
Numero esercizi: 2-4
Numero intervalli per esercizio: 6-10
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: Body Weight, uso di Ergometri, Sovraccarichi al 50-65% 1RM
Cadenza esecutiva 1 Reps 1”-1,5”
Durata intervallo lavoro: 8”-12”
Durata intervallo recupero: Stabilizzazione FC Max 70-75% (recupero soggettivo)
Metodo intervallato per la Stimolazione alattacida capacitiva (15”-20” Rest 45”- 40” 75-80% FC Max Circa)
Numero esercizi: 2-4
Numero intervalli per esercizio: 6-10
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: Body Weight, uso di Ergometri, Sovraccarichi al 50-60% 1RM
Cadenza esecutiva: 1 Reps 1”-1,5”
Durata intervallo lavoro: 15”-20”
Durata intervallo recupero: 45”-40” (Stabilizzazione FC Max 75-85% Circa)
Metodo intervallato per la Stimolazione alattacida capacitiva e potenza lattacida (30” Rest 30”)
Numero esercizi: 2-6
Numero intervalli per esercizio: 4-6
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: Body Weight, uso di Ergometri, Sovraccarichi al 55-70% 1RM
Cadenza esecutiva: 1 Reps 1”-2”
Durata intervallo lavoro: 30”
Durata intervallo recupero: 30”
Metodo intervallato per la Stimolazione lattacida di potenza (30” Rest 90”)
Numero esercizi: 1-4
Numero intervalli per esercizio: 2-6
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: Body Weight, uso di Ergometri
Cadenza esecutiva: 1 Reps 1”-2”
Durata intervallo lavoro: 30”
Durata intervallo recupero: 90”
Metodo intervallato per la Stimolazione lattacida capacitiva (60” Rest 60”-90”)
Numero esercizi: 1-4
Numero intervalli per esercizio: 2-6
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: uso di Ergometri
Cadenza esecutiva: medio-alta FC Max 85-100%
Durata intervallo lavoro: 60”
Durata intervallo recupero: 60”-90”
Metodo intervallato per l’ Innalzamento soglia anaerobica/aerobica (5′-8′-10′ Rest 2’30”-4′-5′ Ratio 2:1)
Numero esercizi: 1-2
Numero intervalli per esercizio: 2-6
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: uso di Ergometri
Cadenza esecutiva: medio-alta con FC limite soglia anaerobica
Durata intervallo lavoro: 5′-8′-10′
Durata intervallo recupero: 2’30”-4′-5′
Metodo intervallato per l’ Innalzamento soglia aerobica (2′ FC Max Rest 4′)
Numero esercizi: 1-2
Numero intervalli per esercizio: 4-10
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: uso di Ergometri
Cadenza esecutiva: FC Max
Durata intervallo lavoro: 2′
Durata intervallo recupero: 4′
Metodo intervallato per l’ Incremento della (VO2Max) potenza aerobica con recupero attivo (30” Rest 30”)
Numero esercizi: 1-6
Numero intervalli per esercizio: 2-10
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: uso di Ergometri
Cadenza esecutiva: FC Max
Durata intervallo lavoro: 30”
Durata intervallo recupero: 30” (recupero attivo)
Metodo intervallato per l’ Incremento della (VO2Max) potenza aerobica (3′-4′-5′ Rest 3′-4′-5)
Numero esercizi: 1-6
Numero intervalli per esercizio: 2-6
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: uso di Ergometri
Cadenza esecutiva: FC Max
Durata intervallo lavoro: 3′-4′-5′
Durata intervallo recupero: 3′-4′-5′
Metodo intervallato “Tabata” per l’ Incremento della (VO2Max) potenza aerobica (20” Rest 10” Ratio 2:1)
Numero esercizi: 1-6
Numero intervalli per esercizio: 8
Recupero tra esercizi: 0-4′
Tipologia esercizi: Body Weight, uso di Ergometri
Cadenza esecutiva: 1 Reps 1”-1,5”
Durata intervallo lavoro: 20”
Durata intervallo recupero: 10”
2 Protocolli per lo sviluppo delle compenenti elencate
1° Protocollo
Metodo intervallato per l’ Incremento della (VO2Max) potenza aerobica con recupero attivo (30” Rest 30” ) e lavoro con uso di Ergometri.
Sprint su Treadmill (Tapis-Roulant)
30” sprint – 30” recupero attivo a velocità blanda (jogging) FC Max 75-80% X 10 Round
120” RECUPERO
Sprint su Spin Bike
30” sprint – 30” recupero attivo velocità blanda FC Max 70-75% X 10 Round
120” RECUPERO
Rowing (Vogatore)
30” sprint – 30” recupero attivo velocità blanda FC Max 75-80% X 10 Round
2° Protocollo
Metodo intervallato per la Stimolazione lattacida di potenza (30” Rest 90”) con lavoro a corpo libero (Body Weight).
30” Squat – 90” recupero – X 5 Round
60” RECUPERO
30” Sit-up – 90” Recupero – X 5 Round
60” RECUPERO
30” Burpees – 90” Recupero – X 5 Round
60” RECUPERO
30” Australian Pull-Up – 90” Recupero – X 5 Round
A tal punto si ritiene opportuno precisare che le tabelle sopraesposte con i parametri inerenti all’incremento prestativo dei sistemi metabolici stimolati, sono solo alcune tra le linee guida da tenere in fedele considerazione per la stesura di programmi efficaci; ovviamente per preparazioni generiche e per il conditioning. Per la specificità della disciplina richiesta vi sono da applicare ed eventualmente modificare ulteriori “Pattern” all’interno del programma stesso, inserendo variabili inerenti al gesto atletico ed alle esigenze prestative del nostro atleta.
Ed è propriamente questa la chiave per ottimizzare al meglio i protocolli di Interval Training, periodizzando in modo ciclico sedute allenanti adattate.

marcomanuelli
Marco Manuelli inizia la carriera sportiva come giocatore di Pallacanestro, poi la folgorazione nelle Arti Marziali con la Thai Boxe, della quale dopo diversi anni di gavetta diventa allenatore.

Preparazione atletica per il calcio - parte 29 Settembre 2013
Lo stacco da terra a presa parallela 9 Settembre 2013

16 commenti
Lascia un commento
Elimina la risposta
E' necessario registrarsi or effettuare l'accesso per poter lasciare un commento.
Ottimo, Marco, un piccolo compendio prontamente disponibile con tutte le metodologie/tipologie dei vari HIIT.
Benvenuto 🙂
Grazie BombJack, un piacere dare il mio contributo al nostro mondo Rawer!
Scrissi qualche mese fa questo per AIF
[url]http://www.accademiaitalianaforza.it/interval-training-per-mma-e-sdc/[/url]
Noto una spiccata somiglianza, fa sempre piacere essere fonte di ispirazione per altri autori anche se non si viene citati. Comunque un solo appunto che magari hai dimenticato di scrivere: Gli Interval Training proposti servono per lavorare sulle resistenze delle varie componenti del potenziale energetico di ogni sistema energetico.
Quindi: Resistenza alla Potenza Alattacida, Capacità Alattacida, Potenza Lattacida ecc.
Lo sottolineo prima che arrivi qualcuno a dire che la Potenza Alattacida la si allena con 2-3 reps al 90% 1RM e recuperi completi. Quella è l’espressione pura del potenziale energetico alattacido, qui parliamo di resistenze!
Si, è vero, è stato Alain per primo a fare un articolo così su AIF; io ovviamente mi riferivo ad RT in senso stretto.
Quoto in pieno!! Giusta precisazione Alain!
Salve,
Compimenti per l’articolo, ero interessato ad iniziare un periodo di allenamento HIIT utilizzando l’esercizio del burpee.
Vorrei trarre spunto dagli esempi sopra esposti. Questi modelli, possono essere applicabili a “chiunque”, anche ai meno condiozionati (propio con lo scopo di fargli raggiungere il condioznamento)?
Nei modelli in cui si utilizzano esercizi bodyweigth (come nel mio caso coi burpee), il tempo di recupero è attivo o passivo?
Ciao Apollo,
tanto per cambiare la risposta è “dipende”.
Dipende dalle caratteristiche individuali di chi approccia questi metodi.
Se nel momento in cui decide di inserire l’HIIT è “poco condizionato” ma ha sempre fatto sport e non ha infortuni particolari, questi metodi possono sicuramente permettergli di migliorare il conditioning. In tutti gli altri casi sarebbe meglio evitare protocolli ad alto impatto sulle articolazioni che prevedano frequenze cardiache massimali.
Per quanto riguarda il tempo di recupero, il parametro più importante è la frequenza cardiaca. Il recupero deve permetterti di rientrare nel range di frequenza cardiaca previsto (ti consiglio di leggere anche l’articolo di Alain…trovi il link due o tre commenti più in alto). Devi riuscire a rispettare i range corretti quindi se un recupero attivo non ti permette di abbassare a sufficienza la FC allora è sicuramente meglio quello passivo.
Se anche quello passivo non fa scendere abbastanza il battito, probabilmente il protocollo scelto è troppo intenso per il livello attuale.
😉
Ah ok ok Zalex, grazie!
Ma (perdonatemi), questi sono protocolli HIIT o “semplici” IT?
Perché io sapevo (magari sbaglio) che in allenamenti HIIT il tempo max è di 30′ (genericamente).
Quindi il numero delle serie (che qui è indicato con “numero esercizi”) di intervalli è modulabile in base al condizionamento del soggetto? (Es: all’inizio riuscirò a fare un solo tabata, poi man mano riuscirò a farne due/tre con adeguati minuti di recupero tra loro, corretto?).
Perciò, sempre in base poi al condioznamento il rest sarà attivo o passivo.
Pertanto credo non resti che testarli su di se per vedere, quante serie ed intervalli fare e se fare recupero attivo o passivo, giusto?
Si potrebbe alternare giorno in cui si esegue un modello e giorni i cui se ne esegue un’altro? (Es:lunedì faccio il modello 2, martedì il 4, giovedì il tabata, venerdì corsa, è SOLO un esempio per far comprendere in termini pratici la mia domanda
Per quanto riguarda il riscaldamento generale, puoi utilizzare un qualsiasi esercizio aerobico, mentre per quello specifico utilizza l’esercizio/i che hai selezionato per il protocollo (nulla vieta di utilizzare uno degli esercizi del protocollo anche per il riscaldamento generale se non è eccessivamente intenso).
Per quanto riguarda la questione HIIT o IT…sono solo nomi. Quello che conta sono i parametri di esecuzione dei circuiti (numero di intervalli, durata, recuperi e soprattutto frequenze cardiache di riferimento). A seconda di questi cambia l’impatto dei circuiti sui sistemi energetici e quest’ultimo determina il particolare effetto allenante che ottieni.
Ad ogni modo l’allenamento intervallato soprannominato Hiit è un caso particolare di IT in cui la fase intensa raggiunge intensità medie intorno al 90%. In genere è caratterizzato da un rapporto tra fase intensa e recupero di 2:1 (non è scritto nella roccia, semplicemente facendo qualche test hanno capito che era un rapporto mediamente ottimale per riuscire a mantenere le frequenze cardiache di riferimento).
La durata totale è anch’essa legata alle frequenze da rispettare (difficilmente si riesce ad andare oltre i 30 minuti mantenendo le frequenze richieste e anche lo stress articolare per alcuni esercizi diventa elevato). Anche qua però si parla di fattori individuali (non ha molto senso fare un discorso medio quando puoi avere a che fare con la Signora Pina e con il competitor da regionals…si accomunano mondi diversi).
Per il resto concordo con l’approccio che hai proposto … provare su di se i circuiti è il primo passo per capire di cosa si tratta. Se ad esempio dopo 10 minuti di hiit il battito non scende al 60% nemmeno riposando il doppio significa che l’allenamento è troppo intenso. Se invece durante gli intervalli intensi non ti avvicini nemmeno al 90% della frequenza max, allora non stai facendo HIIT (quindi è comprensibile che tu riesca a lavorare anche per più di 30 minuti).
Non finisco più di ringraziarti Zalex
Di niente 🙂
Non so come mai, ma non mi ha inviato l’altra parte del messaggio.
Riporto la parte che non ha inviato.
Effettivamente entrano in gioco diverse variabili (num serie, num intervalli, tempi di recupero tra le serie, ecc…) in questi training, però se ne potrebbe prendere atto per farne un pt di forza.
Si potrebbe, quindi, variare protocollo ad ogni sessione, giocando magari sui parametri sopra esposti, per diversificare allenamento stesso, evitando l’adattamento (?)
Es: lu-tabata, mer-30/30, ven-20/45, sab-30/90
Poi la smetto giuro ahaha
Se uno vuole semplicemente migliorare il proprio condizionamento generale può tranquillamente giocare con i parametri continuando a variare (l’allenamento risulta più “divertente” e sempre stimolante).
Se invece l’obiettivo è specifico anche l’allenamento deve esserlo.
Benissimo, ti ringrazio e ringrazio la crew di RT per farmi sempre scoprire nuove cose interessanti.
Grazie a te 🙂
Questi intervalli possono essere eseguiti mediante anche l’utilizzo della corda da salto?