Intensificare l'allenamento al sacco pesante - Rawtraining

di Ross Enamait

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Ross Enamait è un atleta e un allenatore innovativo, il cui stile d'allenamento è tra i più intensi che tu possa trovare. Ross è totalmente impegnato nella promozione dell'allenamento per il condizionamento e lo sviluppo della forza funzionale. È autore di diversi manuali d'allenamento e ha scritto programmi d'allenamento per atleti di ogni parte del mondo. Questo è il suo sito web ufficiale.

7 commenti
UnoQualunque dice:

Io ci trovo confusione in questo post, all’inizio parla dell’allenamento al sacco pesante e di come intensificarlo, quello che ci fa vedere nel video “power boxing ” non è allenamento al sacco pesante, è lavoro al sacco di forza e velocità escludendo le combinazioni, quello che si definisce lavoro al sacco pesante è improntato in altro modo, in questo video si vede un “VERO” lavoro al sacco pesante e come deve essere fatto.
http://www.youtube.com/watch?v=ZZtZlTIglDU
Poi in seguito dice : [Un altro comune esempio di progressione si basa sull’aumento della durata di ogni round, ad esempio alcuni professionisti arrivano a colpire il sacco per round da 4 minuti consecutivi.
Attraverso l’aumento della durata del round si cerca di “sovra-condizionare” il combattente in previsione di incontri che prevedano round di durata tradizionale, come dire che se un fighter può colpire il sacco per 4 minuti sicuramente sarà più facile per lui gestire un round da 3 minuti.
Sfortunatamente questa teoria mal si adatta al mondo reale. All’aumentare della durata del round molti fighter si adattano a gestire il ritmo commisurando lo sforzo al tempo più dilatato, piuttosto che mantenere un ritmo intenso questi tendono a conservare energia per durare più a lungo.
Questo stile di allenamento è dannoso per un combattente competitivo, durante gli incontri sarà impreparato a confrontarsi con un avversario in grado di tenere un ritmo serrato e aggressivo.
Piuttosto che aumentare la durata del round è consigliabile incrementare l’intensità attraverso piccole ma altamente intense combinazioni di raffiche di pugni. ]
il concetto è corretto! Ma l’errore di fondo è dato dal fatto che il cronometro non deve stare nella testa del pugile! ma in mano al preparatore.

Nel video Ross mostra esattamente ciò che ha descritto ovvero “power boxing” e “punch out drill” e specifica che fondamentalmente sono delle modalità di conditioning da intregrare all’allenamento tradizionale.

Visione dice:

Devo fare i miei complimenti a UnoQualunque perchè è sempre ottimo analizzare gli articoli o i libri con una coscienza critica. Se ci limitiamo a prender per vero tutto quello che leggiamo, non saremo mai in grado d’avere una vera visione delle cose.
Il dubbio ci far vivere male ma è l’unico stato che permette una vera crescita senza adagiarsi su verità spesso traballanti.
L’articolo comunque mi è piaciuto soprattutto per la parte dei 4 min, al resto ci ho fatto poco caso. è sempre stata una pratica comune quella, se mi alleno a durare di più, poi resisto meglio. ai giocatori di basket una volta veniva fatto giocare un tempo aggiuntivo.
questa pratica si è poi dimostrata fallimentare in quanto i sistemi energetici sono settati su diverse intensità e sono altamente specifici. Allenarsi su intensità più lunghe ma più moderate non porta a grandi benefici.
Poi si possono inserire lavori per allenare le diverse soglie ecc ma alla specificità va dedicata la maggior parte del tempo.

UnoQualunque dice:

Per Osservatore Neutrale
L’allenamento al sacco al pesante è fatto per: Primo: per imparare a portare i colpi, cioè con il dovuto impiego della spinta dai piedi, giusta torsione del tronco e bacino con la giusta spinta della spalla e la corretta angolazione dei gomiti sul pugno, una volta che il boxer ha acquisito il giusto istinto riflesso in questo, si fa l’allenamento al sacco pesante per migliorare nello sviluppo della FORZA sul pugno, dove i colpi devono essere CADENZATI e portati con il massimo della potenza e con il massimo della perfezione.
Quello che si vede nel video ” power boxing” non è l’allenamento al sacco pesante “basta darci un’occhiata più da vicino” e si vede che i colpi sono tirati in velocità e non curando con attenzione la dovuta spinta dei piedi, e del tronco, e nemmeno il corretto angolo del gomito con il pugno.
Ringrazio Visione

Ci tengo a precisare che non sono qui per difendere ad ogni costo l’articolo, so benissimo anche io che ciò che scrive Ross non è vangelo, semplicemente mi pare che nella sua premessa sia abbastanza chiaro e limpido nelle intenzioni.
“Questo articolo e questo video NON trattano skill tecniche (sono strettamente focalizzati sull’aspetto dell’allenamento legato al conditioning)”.
Per quel che mi riguarda vedo la struttura dell’allenamento proposta non come un lavoro al sacco visto in senso tradizionale ma più come una metodologia di conditioning al sacco, come dire, invece di fare un circuito fai questo al sacco.

esoognoM dice:

Secondo me anche se il principio è onesto, non si può fare un manuale spicciolo dell’allenamento col sacco pesante.
Diventa dispersivo e riduttivo.
Allenare lo specifico e la tecnica pugilistica non è così schematico come parlare di un circuito o di un programma di potenziamento.

Capitan dice:

Anche se il post è vecchio, vorrei dire che trovo l’allenamento al sacco proposto da Ross Enamait molto buono, anche io mi alleno più o meno in tal modo. Si aumenta la potenza la velocità e la esplosività, necessaria in un incontro. Il metodo va solo personalizzato a secondo delle proprie capacità fisiche e mentali. L’allenamento al sacco di George Foreman è un allenamento buono esclusivamente per il potenziamento, adatto per un peso massimo come Foreman, ma non lo trovo molto utile, soprattutto per chi si trova all’inizio.
Saluti.

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