Intervista a Matteo Morandi - Rawtraining
di Marco D'Amico
Foto di Ferdinando Mezzelani-GMT
BIRMINGHAM, 25 aprile 2010 – Matteo Morandi è il nuovo campione europeo agli anelli. A Birmingham conquista l’oro con 15.250 punti, davanti al francese Samir Ait Said (15.100) e al bulgaro Iordan Iovtchev (14.900). Nella stessa gara, quinto posto per Paolo Ottavi (14.650). Morandi, 28 anni (è nato l’8 ottobre del 1981), gareggia per l’Aeronautica Militare. È la sua prima grande vittoria internazionale dopo quattro bronzi, uno agli Europei del 2004, tre ai Mondiali del 2002, 2003 e 2005. È stato quinto all’Olimpiade di Atene 2004 e sesto a quella di Pechino 2008. Ha anche vinto il titolo italiano assoluto nel 2001, 2002, 2006, 2008 e 2009. Complimenti da tutti noi!
68 kg di cattiveria agonistica distribuiti su 165 cm, Dog, come lo chiamano i compagni di nazionale, che in allenamento lo paragonano ad un cagnaccio, per la tenacia e la grinta che dimostra, ha finalmente ottenuto la consacrazione a livello internazionale.
Solo lui può sapere, che cosa ha sentito un attimo dopo aver eseguito uno Tsukahara teso (doppio teso con un avvitamento indietro ndr) perfetto.
Ore, mesi, anni di durissimi allenamenti e sacrifici concentrati in una prova di un meno di un minuto.
Chissà che cosa ti sarà passato per la testa.
MM: Beh,in quei momenti la concentrazione e tensione è talmente alta che è difficile descriverlo con delle parole. Sicuramente dopo la fase di atterraggio dove sono riuscito a fermarla è stata una liberazione.
Benvenuto tra noi Matteo, è un piacere poter fare questa chiacchierata. Raccontaci di te, sappiamo che hai iniziato quando avevi 5 anni e che all’inizio dell’adolescenza sei uscito di casa per entrare in accademia.
Potresti raccontarci i tuoi inizi e cosa significa sacrificare tutto per un sogno?
MM: Sì,all’età di 14 anni mi sono trasferito nel centro di preparazione Olimpica di Milano!
Non è stata una scelta facile.. lasciare gli amici, passare da 4 ore di allenamento a 8 ore di allenamento al giorno, rinunciare alla propria scuola per ricominciare daccapo in un’altra!
Però mi ricordo che la presi come una sfida, sapevo che se volevo tentare il tutto per tutto ed arrivare quella era la strada migliore.
Alla fine penso sia stata una scelta vincente e devo ringraziare i miei genitori che mi hanno supportato e creduto in me ogni momento, sostenendomi moralmente ed economicamente!
Dall’esterno sembra un mondo chiuso a cui non puoi accedere se non inizi da piccolo… è vero?
MM: È una disciplina che sicuramente richiede parecchi sacrifici. Diciamo che prima inizi e meglio è. La mobilità articolare, il non aver paura del vuoto sono doti che da bambino ti ritrovi dentro e con il passare del tempo pian piano si affievoliscono!
Quanto è aperto il mondo della ginnastica relativamente alle nuove metodologie di allenamento? Lo so che è una domanda che sarebbe meglio fare al tuo maestro Maurizio Allievi, ma quanto incide la tradizione sul tuo programma di allenamento?
MM: Nella ginnastica artistica lo sviluppo e il miglioramento della tecnica sono in continua evoluzione! Cambiano le tecniche di allenamento, anche la stessa attrezzatura è in continuo sviluppo e ciò ti consente di poter migliorare e alzare quello che è il proprio limite!
Tradizione ne abbiamo sempre avuta, specialmente agli anelli. Credo che la nostra capacità in questo attrezzo sia data dalla bravura dei Tecnici nella preparazione fisica specifica.
Foto di Ferdinando Mezzelani-GMT
Siamo interessati alla routine di riscaldamento: innanzi tutto come si articola? Ne esegui uno generale oppure ne hai una serie di specifici a seconda degli obiettivi della sessione di allenamento?
MM: Il riscaldamento per noi ginnasti è una fase molto importante! Ha una durata di 20 minuti circa ed è sempre lo stesso, mattina e pomeriggio! La mattina con un ritmo meno intenso e con una fase finale di 5 minuti circa di elastici per riscaldare l’articolazione della spalla. Il pomeriggio è più intenso con la fase finale fatta di tenute,addominali e verticali.
Come è strutturato il tuo programma di preparazione? Mi spiego, ritengo sia articolato su obiettivi di breve, medio e lungo periodo specifici della tua specialità (anelli). E contenga delle sessioni di allenamento dedicate anche alle altre specialità. Com’è suddiviso il programma su base settimanale? Quante volte a settimana ti alleni?
MM: Le sedute settimanali di allenamento sono 10. Una sessione dura circa 3 ore. Agli anelli lavoro più o meno 30 minuti al mattino e 45 il pomeriggio! Ogni giorno mi alleno su tutti e sei gli attrezzi, ovviamente a certi dedico meno tempo. La nostra preparazione è abbastanza complessa. Ad esempio per preparare un mondiale cominciamo 3 mesi prima con un carico di lavoro intenso per almeno 2 mesi. Man mano che ci si avvicina alla gara caliamo la quantità migliorando la qualità! Tanto per intenderci, nella prima fase tanto lavoro senza guardare la qualità e nella seconda fase poco ma fatto bene, come se fosse una gara e quindi lavorando di più sulla psicologia dell’atleta.
Tutto a corpo libero o utilizzi anche sovraccarichi esterni?
MM: Assolutamente tutto a carico naturale!
Dopo Pechino, se non erro, avevi dichiarato che il difetto del tuo esercizio consisteva nella scarsa tenuta e accentuazione della posizioni di forza oltre che sull’uscita.
Hai intrapreso un programma ad hoc per aumentare l’espressione della forza in certe posizione statiche e nei bloccaggi?
MM: Fino a Pechino le regole del codice e i giudici guardavano principalmente la quantità più che la qualità dei movimenti e delle posizioni e questo per me era uno svantaggio. Questo perché per prima cosa fisicamente sono forte ma anche pesante e secondo a differenza degli altri anellisti nel mio programma di allenamento ho gli altri attrezzi da dover affrontare e preparare! Ora invece le regole sono cambiate. Conta di più la qualità,guardano la correttezza delle posizioni, i tempi e la linea!
Ovviamente da quando ciò avviene lavoro di più su questi accorgimenti insieme al mio tecnico. Magari ho rinunciato a qualcosa in termini di punteggio di partenza per evitare di arrivare stanco o tenere poco le posizioni.
Attraverso quale metodologia di esecuzione?
MM: Simulazioni dell’esercizio con l’aiuto del tecnico per alleggerire il carico ma aumentando le ripetizioni. Posizioni statiche anche fino a 10 secondi,quindi lavoro isometrico. Transizioni e bloccaggi praticamente sempre dato che l’80% dell’esercizio ne è composto!
Presumo che il tuo volume di carico di lavoro sia veramente alto.
Come viene articolato l’anno agonistico? Mi riferisco ai periodi di carico e scarico ed alla eventuale gestione di lievi infortuni come può essere, ad esempio, una tendinite.
MM: Abbiamo gare da Febbraio a Novembre e si può dire che non ci fermiamo mai. Le gare principali sono gli Europei a Maggio e i Mondiali a Ottobre,tutto il resto sono gare di avvicinamento,quindi in fase di carico! Problemi ai tendini e muscolari ne abbiamo praticamente sempre perché il carico fisico che dobbiamo sopportare ogni volta è parecchio intenso. Ci aiuta molto la prevenzione che è di basilare importanza per tutti gli atleti e il massaggiatore della nazionale!
Come viene strutturata la fase di scarico e l’ottimizzazione delle capacità di recupero? Sia su base settimanale che all’interno di un ciclo di lavoro.
MM: Sia su base settimanale che all’interno di un ciclo di lavoro. Su base settimanale se il sabato abbiamo una gara partiamo di Lunedì con un esercizio ad attrezzo incrementando poi il martedì, piccolo scarico di mezza giornata il Mercoledì. Giovedì simuliamo la gara e Venerdì scarico, quindi allenamento leggero!
Durante l’anno facciamo scarico dopo le competizioni importanti fermandoci qualche giorno, mai più di 6 giorni se no il rientro diventa un problema! Dopo le gare di transizione per 2-3 giorni facciamo scarico attivo, quindi allenamento leggero, magari dividendo in 2 o 3 parti l’esercizio.
Foto di Ferdinando Mezzelani-GMT
Sacrificio significa fare della propria attività agonistica una priorità. Come incide sul tuo stile di vita: mi riferisco anche all’alimentazione e al riposo.
MM: Alimentazione parecchio! Collaboro con dei professionisti i quali mi monitorano prima e durante la fase di preparazione. Riposo sì, ma faccio fatica dato che sono uno parecchio attivo. Non mi piace stare troppo fermo o dormire troppe ore.
Parliamo di defaticamento, come è impostato? Intendo, si ripartisce tra stretching, esercizi di decompressione spinale e massaggi?
MM: In realtà è semplice: massaggi e stretching per 10 minuti ogni fine allenamento.
Guardandoti si capisce che l’esercizio eseguito in competizione è curato in modo maniacale sin nei minimi dettagli. Immagino che tu lo esegua centinaia di volte in allenamento. Richiede una capacità di concentrazione assoluta. Come alleni la tua capacità di concentrazione?
MM: Con la ripetizione! Non scherzo, è tutto nella reiterazione del gesto. Devi arrivare ad eseguirlo in automatismo. Sentirlo tuo, sentirti leggero. Conoscere ogni fase e ogni punto di respirazione. Solo quando arrivi ad avere queste sensazioni puoi dire che senti tuo l’esercizio! Ripetere,ripetere e ripetere,ricreando possibilmente la situazione di gara con il proprio allenatore o compagno di allenamento.
Perdonaci, un paio di domande che deviano un po’ dalla tua attività.
Cosa consiglieresti a chi vi guarda come degli extraterrestri e sogna di riuscire anche solo ad avvicinarsi alla vostra disciplina?
MM: Nulla è impossibile. La prima cosa è divertirsi e poi tanto cuore e impegno per quello che stai facendo! Vedrete che allora sarà meno difficile di come pensavate.
Cosa ne pensi di tutte le discipline underground, tipo il parkour o Bartendaz, che spesso strizzano l’occhio ad abilità direttamente derivate dal mondo della ginnastica e che stanno sempre più diventando di moda e affascinando le nuove generazioni?
MM: Ben vengano tutte queste novità ma non le reputo ancora sport vero, puro! Ammiro quello che fanno quei ragazzi con la poca attrezzatura che hanno a disposizione a differenza nostra. Soprattutto sotto l’aspetto della SICUREZZA. Probabilmente dovrà passare ancora del tempo perché queste discipline vengano considerate SPORT! Se mi permetti, un esempio è lo Snowboard, che io pratico, dove fino a pochi anni fa non veniva considerato e ora è Sport Olimpico!
Sicuramente il tempo li premierà.
Ok, quanto mi dai se ti faccio fuori il cinese (Y. Chen, il vincitore dell’oro olimpico di Pechino, ndr)?:)))) Scherzo..
MM: Mannaggia ‘sti cinesi! Sono proprio tanti!!!!!!!!!!!!!!!
Ad ottobre si terranno i mondiali a Rotterdam. Come è stato impostato il programma per arrivare in condizioni di massima forma a quell’appuntamento?
MM: A giugno faremo scarico. Da luglio riparte la preparazione gradualmente con il picco di massimo carico nel periodo che va dal 16 agosto fino a metà settembre! Gli ultimi 20 giorni saranno sulla cura dell’esercizio e della fase di arrivo!
È stato un vero piacere poter fare questa chiacchierata con te. Chissà mai che non ne possa nascere qualcosa di buono per entrambi in futuro.
MM: Spero… sarebbe un piacere!!!! Io ringrazio voi! Spero di aver esaudito ogni vostra domanda!
Grazie Matteo, è stato un onore.
A Rotterdam fatti onore! Noi di RawTraining tiferemo come dei pazzi per te.
MM: Grazie ancora e crepi il lupo!! Ce la metterò tutta comunque vada!!!!! E grazie per il tifo!
Signori l’esercizio che ha portato Matteo ad essere il nuovo campione europeo:

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15 commenti
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Orgoglio Italiano!
Grandissimi!!!! Ha come fate a beccarli tutti voi?!?!?!!
Mi inchino a tanto sacrificio e dedizione
Il video lascia semplicemente senza fiato.
1.68 di pura potenza…
grande Morandi….
Matteo è davvero sorprendente. È forte e qualitativo. E che linee!!!
È il cuore che fa grandi le persone come lui. Grande Matteo!
Fortissimo e flessibilissimo. Due condizioni che unite insieme devono avere dei risvolti psicologici davvero positivi sulla percezione del proprio corpo. Mi è piaciuto molto anche il discorso sui piccoli dolori con i quali convivere. E’ difatti praticamente impossibile allenarsi sempre con quei carichi e non avere almeno qualche fastidio!
E inoltre l’importanza del carico naturale nell’allenamento. A me personalmente divertono di più gli esercizi con il solo peso corporeo. Oggi ad esempio agli anelli ho provato una sorta di esercizio “clock” alla Red, ma in versione dip. Molto bello. Provato anche in versione trazioni. molto pratico. Si allestisce la posizione e via
Fantastico , spero di vederlo alle Olimpiadi !
Non so se ci avete fatto caso ma conferma in pieno quanto si sta a dire da tempo, cioè che il risultato si trova nel:
lavoro lavoro lavoro lavoro, specificità, qualità e controllo. Il resto sono balle.
Ho fatto amicizia con un importante tecnico nazionale di ginnastica di Parma, che mi ha onorato di chiedermi consiglio su come impostare il loro lavoro di forza.
Abbiamo parlato un paio d’ore del problema dei carichi, degli esercizi e dell’esplosività. Entrambi eravano daccordo su quanto fosse l’enorme carico di lavoro (in termini di ore) a dare l’ottimo sviluppo fisico negli esercizi a_specifici (lavoro di forza finale) unito al fatto che fossero assai vicini al lavoro specifico e non tanto quale esercizio venisse svolto.
Qua parliamo di 6 ore al giorno tutti i giorni, ma non solo per lo Yuri Chechi di turno. Occorre rivedere un po’ i nostri (intendo di noi che veniamo dal mondo fitness) parametri mentali.
il problema è che secondo me non c’è proprio comunicazione tra i due mondi fitness e sport.
Da una parte se non ti alleni entro 60 min ti sciogli nell’acido, se alleni un muscolo più di due tre volte a settimana ti superalleni. Chi fa diversamente è dopato.
Dall’altra praticamente fai solo quello tutto il giorno tutti i giorni.
Il concetto di carico di lavoro non nella seduta ma nel mesociclo è completamente ignorato.
Da una parte lo capisco perchè la maggior parte delle persone non ha il tempo per allenarsi tutti i giorni.
In più io considero sempre il carico di lavoro proprorzionale al risultato. più sei a livelli alti più ti devi allenare, più sei scarso e più tre sedute a settimana vanno benissimo.
Per ultimo lo sport secondo me perde di magia, se ti chiedono qual’è il segreto la risposta è:
“lavoro lavoro lavoro lavoro, specificità, qualità e controllo” vedi tecnica.
Nessun programma magico che ti fa migliorare del 10% in tre settimane.
Quoto Visione … l’eccellenza si ottiene se ti alleni bene … ma non basta … oltre un certo livello ci devi mettere la vita …
Sinceramente non posso che alzarmi in piedi ad applaudire davanti a questa prova e all’intera carriera di Matteo … un orgoglio per l’Italia e un esempio da seguire per chiunque ami lo sport …
PS ci sono voluti più di 1 miliardo di cinesi per batterlo all’olimpiade … e io spero davvero che alla prossima non basteranno …
Visione:
fosse per me (cioè non avessimo impegni famigliari, di lavoro ecc. ecc.) la squadra di Parma di powerlifting farebbe due sedute al giorno di allenamento almeno per 3 giorni a settimana + 2 sedute solo pomeridiane.
Questo sarebbe un modo molto più pratico e veloce per ottimizzare i risultati, anche e sopratutto in atleti natural come sono i miei.
Basta saper razionalizzare la pianificazione mensile (certo non ci farei una split:-))
Credo tu sia daccordo con me.
Beh poi è chiaro che per certi livelli di eccellenza occore un talento (mentale e fisico) come morandi ha. Però l’eccellenza è lontana. A volte basta “il buono” perchè ci paia eccellente.
Un grandissimo atleta:):):)
Ciao Visione 🙂 mi ha fatto piacere conoscerti domenica.
Secondo me non c’è comunicazione tra fitness e sport solo e semplicemente perchè perseguono goals assolutamente diversi.
Secondo me ai ragazzi giovani, dall’adolescenza ai diciamo 40 per capirsi, vieterei il fitness e renderei obbligatorio lo sport, viceversa dai 40 in poi. Lo so ci sono master fortissimi che competono e fanno “numeri” ma sono solo il 5%, gli altri si rompono…. lo sport stimola decine di qualità, personali e sociali e non sto ad elencarle, motivo sufficiente per farlo fare ai ragazzi che stanno diventando uomini. Ma a 40 anni se non ti sei formato (o forgiato) lascia stare…
Il fitness serve per raggiungere un benessere psicofisico oggettivamente osservabile, naturalmente l’eccesso porta a drogati di endorfine così come lo sport professionista porta spesso a drogati e basta.
Il fitness non cerca la performance pura ma una maggiore consapevolezza del proprio corpo, il tempio che ci è permesso di abitare per un po’ di tempo.
Un pò come il GS e l’HS, utilizzano lo stesso strumento con obiettivi opposti, ecco perchè non trovo intelligenti le diatribe tra le due discipline, sono sterili perchè comunque vada sono due rette parallele che non si incontreranno mai, probabilmente neanche all’infinito ma non per questo una disciplina è meglio dell’altra.
Se poi pensi Visione che per un pelo potresti essere mio figlio…. forse è generazionale il fatto che alle volte abbiamo idee diverse 😉
ciao AJ anche a me ha fatto molto piacere.
Io però la vedo con occhi diversi magari quando sarò vecchio come te cambierò idea. 🙂
Però lo sport spero mi accompagni per tutta la vita.
anche per questo ho deciso d’impegnarmi nel GS, perchè che si creda o no è pieno d’atleti over 60 che si divertono come bambini ancora a gareggiare.
e vederli in un paese (russia) in cui la media di vita non supera in 70 anni mi ha veramente fatto piacere.
Ho sul cell il video d’un 73 enne che fa lo snatch con 32kg , la prossima volta che ci vediamo te lo mostro.
insomma che lo sport all’estremo non sia salute nessuno lo nega , però salire in pedana e bruciare tutto quello che ho mi fa sentire vivo. Che poi si vinca o si perda per me è del tutto indifferente, l’importante è dare quello che si ha, anche per poco ma in fondo per sempre.