Reclutamento neuromuscolare e ipertrofia - Rawtraining

di Stefano Morini

stefanomorini

Coach Stefano Morini. Dottore in scienze e tecnologie del fitness e dei prodotti della salute.
Personal trainer e preparatore atletico pluricertificato, Allenatore Fipl (2010-11-12)
Coach della SM POWER TEAM di raw powerlifting di Ancona.

11 commenti
Chage dice:

Stefano bell’articolo, ma potrai benissimo immaginare che nn tutti sn in grado di trarre le giuste e dovute conclusioni limitandosi alla lettura di belle parole… la gente ha bisogno dei numerini, se nn nello specifico della serie “copiate sto schema e fatelo stop.” per lo meno in vie generali…

Per cui sarebbe veramente bello e pertinente se tu potessi regalarsi un esempio molto superficiale su un atleta medio… x essere più pratici semmai proprio del tuo sport…

Provando a fare quello ke ti kiedo in queste due righe lascio la mia valutazione, precisando che è assolutamente un giudizio che nn tiene conto di queste righe:

“In ultima analisi c’è anche da dire che risulta indispensabile inglobare il tutto in un piano allenante che sia costruito sul soggetto e che rispetti le sue caratteristiche nonché il suo livello atletico attuale, proprio per massimizzare il lavoro in modo corretto e senza bruciare le tappe.”

Allora la mia proposta è questa, Le giuste fibre e le giuste forze a tempo debito per cui:
-Forza esplosiva
-Serie con Ripetizioni più pesanti (5-6)
-Lavoro sulle IIa andando sulle (8-12)
-Famosi (Finishers) volendo di + esercizi in circuito in cui per serie manteniamo (20-30) reps

Angelo Nero dice:

Il problema principale che l’utente medio prova metodologie d’allenamento senza lo sfinimento fino all’ultima ripezione, e proprio la mancanza dell’effetto pompaggio e dei dolori muscolari post allenamento. Questo purtroppo sembra essere il metro di valutazione dell’allenamento svolto. Sto cominciando da poco a scontrarmi con questa realtà ed effettivamente la critica che mi viene fatta più spesso dai miei “clienti” è proprio: ma così mi sembra di non lavorare, non mi sento il muscolo gonfio!

Angelo Nero dice:

Scusate, ma rileggendo il commento che ho scritto mi sono accorto che è scritto in un Italiano pessimo e sgrammaticato! chiedo scusa

Bomb Jack Bomb Jack dice:

ciao Stefano, complimenti per l’articolo.

Mi spiegheresti però questa frase?
“Lavorare meglio ottimizzando i tempi totali, ci consente di portare il muscolo a cedimento positivo ad ogni serie, con buona pace di uno sviluppo muscolare denso, profondo, naturale e non “gonfio” tipico di uno sviluppo muscolare di tipo miofibrillare e non sarcoplasmare.”

1. Cosa intendi per ‘ottimizzare i tempi totali’ e come si ottimizzano?
2. Cosa sarebbe il cedimento positivo e come si realizza?

Grazie 😉

Coach Morini dice:

capisco l’esigenza dei “numeri” ma buttarli giù anche in senso generico credo che serva a poco e si rischia di prevaricare quello che invece l’articolo vorrebbe apportare e cioè chiavi di lettura.
Ad ogni modo entrando più nello specifico credo che occorra ciclizzare o periodizzare, gestire correttamente i parametri di allenamento, valutando anche lo stato attuale del soggetto in questione. Mi spiego meglio:
Nell’articolo parlavo di capacità di reclutare meglio le fibre che contano, e questa è una capacità non facile da ottenere se non attraverso apprendimento tecnico corretto e anni di lavoro corretto.
Quindi poniamo il caso di un neofita che si vuole approciare ad un lavoro serio con i pesi è ovvio che si debba “programmare” cercando di condizionarlo in primis,tanto quanto le sue carenze o caratteristiche lo rendano necessario, in seguito si potrebbe fargli apprendere le corrette tecniche soprattutto di panca, stacco, squat, trazioni, distensioni ecc e farlo lavorare con assoluto controllo e ripetizioni più alte. La fase successiva sarà quella di farlo accellerare dominando la tecnica, renderlo più veloce e quasi reattivo, ancora successivamente quando sente il gesto, e ogni singola ripetizione diventa “volontaria” allora credo si possa proseguire somministrando peso, ripetizioni più basse ecc.
Questo esempio di schema di lavoro, seppur sintetico, credo sia più esplicativo dei numeri.

Saluti.

Coach Morini dice:

Rispondendo a Bomb Jack:

Quando parlo di ottimizzazione dei tempi di lavoro mi riferisco sempre al fatto di evitare di accumulare serie su serie a casaccio, acidificando e mettendo prematuramente le fibre che contano troppo in fretta fuori gioco e quindi rendere non del tutto ottimale l’allenamento.
Lavorando “meglio” ci consente di ottimizzare i tempi di lavoro (con meno di più) e i conseguenti recuperi, nonchè lavorare di più sulle fibre tendenzialmente “bianche”.
Quando parlo di cedimento positivo intendo il fatto di allenare bene e fino all’ultimo ogni singola serie, spingendo si ma sempre senza perdere tecnica e senza stiracchiare in modo assolutamente inguardabile una ripetizione provocando molto spesso inutili accumuli di materiali di scarto e di lattato che invece di apportare benefici il più delle volte sono controproducenti, senza considerare poi il fatto di rischiare infortuni.

Saluti.

Bomb Jack Bomb Jack dice:

un cedimento tecnico insomma… e poi il fatto di andare con ripetizioni di qualità: poche reps, carichi alti, accelerando il carico il più possibile. Giusto?
con reps basse per il numero di serie segui la tabella di Prilepin? (io mi oriento con quella)

Ciao, grazie!

Coach Morini dice:

Si bravo, Quelli che hai elencato sono, secondo me, dei parametri corretti compresa l’applicazione della prilepin.

Saluti.

Ermenegildo Ermenegildo dice:

Ad oggi è possibile misurare direttamente l’ attivazione muscoare?Come? con che precisione?

ARGOON ARGOON dice:

bell articolo davvero coach.. mi chiedevo se queste linee guida,che reputo fondamentali, siano proprie del GVT a tuo parere?
GRAZIE COACH

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