Come contrastare i molti aspetti negativi dell'attività aerobica - Rawtraining
di Charles Poliquin
L’attività aerobica porta numerosi effetti negativi per la salute e dato che quest’anno ben 45.000 persone hanno corso la maratona di New York, l’argomento è più importante che mai. Lo sport aerobico stressa le ghiandole surrenali, eleva il cortisolo in modo cronico, può abbassare il testosterone ed avere effetti negativi sulla fertilità, tende a provocare una riduzione delle dimendsioni degli organi riproduttivi, causare stress ossidativo e indurre uno stato infiammatorio generale cronico. In aggiunta a ciò riduce la produzione di energia esplosiva, rende più lenti e porta l’organismo in uno stato catabolico, soprattutto se l’attività aerobica viene sostenuta in modo regolare senza essere intervallata da allenamenti con i pesi.
Ricercatori ed atleti hanno cominciato a mostrare preoccupazione per gli effetti negativi dell’attività aerobica sulla salute, in particolar modo per ciò che accade agli atleti impegnati in sport di endurance che si sottopongono ad elevati livelli di stress fisiologico quotidianamente e per periodi prolungati di tempo. Ci si è dunque messi alla ricerca di strategie mirate a minimizzare gli effetti dannosi per la salute dell’esercizio aerobico e fortunatamente ce ne sono che funzionano! Aggiungere un allenamento per la forza al programma aerobico, praticare arti marziali e integrare l’alimentazione con antiossidanti ed altri nutrienti, possono fare miracoli per contrastare gli effetti dannosi dell’allenamento aerobico.
Sarebbe certamente più semplice smettere di fare attività aerobica e sostituirla con un programma per la forza anaerobico, in modo da ottenere risultati migliori e meno effetti negativi. Ma dato che medici e professionisti della salute continuano a raccomandare l’attività aerobica e anche Apolo Ohno (pattinatore di sort track statunitense, medaglia d’oro alle olimpiadi invernali di Torino 200& – ndt) ha cominciato a cimentarsi nella corsa sulle lunghe distanze iscrivendosi anche alla maratona di New York, la tendenza verso gli sport di endurance non accenna a diminuire. Oltre a ciò, ci sono anche diversi luoghi comuni errati riguardo l’attività aerobica, come potete leggere nel mio precedente articolo che tratta degli aspetti negatvi dell’attività aerobica I molti aspetti negativi dell’allenamento aerobico.
In questo articolo esaminerò gli aspetti negativi dell’attività aerobica e fornirò a chi si sottopone ad un’attività aerobica intensa alcuni consigli per minimizzare gli effetti negativi sulla salute e migliorare le prestazioni. Allenatori e preparatori che lavorano con atleti di elite in sport di endurance dovrebbero prestare particolare attenzione perchè i metodi presentati sono supportati da ricerche e forniscono un metodo per migliorare benessere e performance degli atleti.
Breve riepilogo delle cattive notizie sull’esercizio aerobico
L’attività aerobica protratta nel tempo, sia ad alto livello che ad una intensità di tipo ricreativo, ha dimostrato di provocare un’infiammazione sistemica e di elevare il cortisolo. L’infiammazione cronica è negativa perchè provoca un invecchiamento precoce dei tessuti ed è in relazione a malattie cardiovascolari, diabete e cancro. Per chi pratica attività aerobica a livello ricreativo per una durata compresa tra i 20 ed i 45 minuti alcune volte alla settimana, l’esercizio aerobico induce un innalzamento del livello di cortisolo, un abbassamento degli ormoni androgeni, l’aumento dell’infiammazione generale e fa ben poco per promuovere la perdita di peso o di grasso. “Gli effetti di una regolare attività aerobica sul grasso corporeo sono trascurabili”, scrive il ricercatore Stephen H. Boutcher nel suo articolo “High-Intensity Intermittent Exercise and Fat Loss.” (“Attività aerobica intermittente ad alta intensità e perdita di grasso”).
L’attività aerobica non aiuta a perdere grasso corporeo perchè crea una condizione ormonale che degrada i tessuti muscolari e impenna il cortisolo, e anche se state bruciando calorie, il deficit è raramente sufficiente a contrastare efficacemente l’ambiente ormonale catabolico. Inoltre, se state utilizzando dei macchinari per fare attività aerobica, potreste soffrire di un abbassamento della sensibilità all’insulina causato dai campi magnetici generati dalle macchine cardio o da altre fonti di elettricità.
La situazione è leggermente differente per gli atleti di elite o per chi pratica sport di endurance su lunghe distanze. La ricerca mostra che questi ultimi possono dover far fronte a stati ormonali catabolici ancora peggiori con livelli di cortisolo significativamente alti, provocati dall’intenso stress fisiologico portato dall’allenamento. Tali atleti hanno anche livelli più bassi di testosterone e degli altri ormoni androgeni. Il cortisolo elevato e l’esposizione a biomarker infiammatori ha destato preoccupazione per gli effetti negativi sulla salute tra i ricercatori e gli allenatori, i quali hanno cominciato a cercare dei metodi per contrastare il problema.
Il grasso corporeo e gli atleti di elite negli sport aerobici
Gli atleti di elite negli sport aerobici tendono ad avere una percentuale di grasso corporeo più bassa rispetto alla media della popolazione, ma la ricerca mostra che atleti impegnati in sport anaerobici come, ad esempio, gli sprinter, hanno una percentuale di grasso ancora inferiore. Ciò accade perchè hanno più massa muscolare che aiuta a bruciare grasso e si allenano facendo sforzi brevi e intensi, attività che consuma il grasso. Alcuni studi mostrano anche che gli atleti di endurance che eseguono allenamenti per la forza come parte della loro preparazione atletica, hanno meno grasso corporeo rispetto a quelli che non li eseguono.
Benefici dell’attività aerobica per la popolazione sedentaria
L’attività aerobica porta dei benefici alle persone sedentarie o a determinate fasce della popolazione, ma esistono anche aspetti negativi legati a questo tipo di allenamento che posssono essere evitati scegliendone uno differente, ovvero un allenamento per la forza di tipo anaerobico. È certamente meglio fare attività aerobica rispetto al non fare nulla ed essere completamente sedentari, ma se avete solo due opzioni, ovvero l’essere sedentari e non muovervi o fare 30 minuti di attività aerobica, non pensateci nemmeno un istante e fate l’attività aerobica. Ma avreste dei risultati migliori allenandovi per la forza al posto o in aggiunta all’attività aerobica.
Insomma, le cattive notizie riguardo l’attività aerobica sono che quest’ultima non aiuta i comuni mortali a perdere grasso corporeo, eleva il cortisolo, abbassa gli ormoni androgeni, degrada i tessuti muscolari, riduce la forza e aumenta l’infiammazione sistemica se fatta per periodi prolungati. Ma adesso passiamo alle buone notizie!
Assumete antiossidanti per ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo
Inserite la maggior quantità possibile di antiossidanti nella vostra alimentazione per contrastare l’infiammazione e lo stress ossidativo. Lo stress ossidativo si verifica quando l’organismo produce radicali liberi in risposta ad un ambiente ricco di ossigeno creato dall’aumento del ritmo respiratorio associato all’attività aerobica. I radicali liberi devono essere neutralizzati altrimenti danneggiano le cellule e provocano un invecchiamento prematuro, che conduce ad un’infiammazione cronica. L’infiammazione cronica è stata definita il “killer silenzioso” ed è il risultato di una somma di abitudini “insalubri”, come una dieta ricca di grassi idrogenati o glutine e l’essere sedentari. Spesso la gente resta sorpresa nel sentire che abitudini “sane” come l’attività aerobica possono portare a uno stato infiammatorio cronico, ma è così.
Ricerche sui topi hanno confermato che gli effetti negativi dell’attività aerobica intensa possono essere mitigati dall’assunzione di antiossidanti, nello specifico vitamina E, selenio, zinco. Uno studio pubblicato dal Free Radical Research ha riscontrato che la vitamina E ha un effetto protettivo contro gli effetti negativi dello stress ossidativo nei ratti che svolgevano un’attività natatoria aerobica ad alta intensità. Di contro, i topi che non assumevano la vitamina E hanno subito una riduzione delle dimensioni degli organi riproduttivi (testicoli e organi riproduttivi accessori), una riduzione del testosterone e degli altri marker androgeni, un incremento dei livelli infiammatori e disfunzioni negli organi riproduttivi. I ricercatori pensano che la vitamina E aumenti l’attività enzimatica responsabile dell’eliminazione dei radicali liberi, disintossicando in modo efficace l’apparato riporoduttivo.
Bisogna tenere conto del fatto che i topi eseguivano un elevato volume di nuoto aerobico – tre ore al giorno, cinque giorni alla settimana per quattro settimane – una mole di lavoro in linea con quanto eseguito da un atleta in preparazione per una maratona. E un atleta di elite svolge questa quantità di lavoro regolarmente per anni.
I risultati di un secondo studio che impiegava zinco e selenio supportano queste scoperte. È stato usato lo stesso protocollo di intenso lavoro aerobico ed i ratti che non ricevevano i supplement di zinco e selenio hanno sperimentato gli stessi effetti negativi sul sistema riproduttivo, risultando anche significativamente meno fertili a causa di un tasso di testosterone inferiore e ad una minor fertilità degli spermatozoi. Anche i livelli di cortisolo risultavano molto elevati.
I ricercatori sono giunti alla conclusione che gli antiossidanti hanno un deciso effetto di stimolazione sulla produzione di spermatozoi e di ormoni sessuali maschili, migliorando la fertilità. Lo zinco ed il selenio contribuiscono a combattere l’attacco dei radicali liberi, attenuando la risposta infiammatoria.
Una ricerca del 2001 comparsa su Sports Medicine relativa all’uso degli antiossidanti per contrastare lo stress ossidativo derivato dall’attività aerobica, sostiene la validità dell’uso di antiossidanti, tra i quali la vitamina E è quello maggiormente collaudato ed il più efficace. Anche la combinazione di beta carotene, vitamina C ed E sembra avere effetti protettivi. Gli studi effettuati sull’uomo hanno dato risultati meno certi rispetto a quelli sui topi perchè con gli animali lo studio può essere controllato con maggior attenzione e i topi vengono costretti a sostenere sforzi prolungati ad elevata intensità, mentre con gli uomini subentrano fattori imprevisti e imprevedibili. Anche l’alimentazione, la predisposizione genetica ed il background atletico possono causare grandi differenze nell’effetto infiammatorio causato dall’attività aerobica.
Per gli atleti di endurance, il potenziale protettivo derivante dall’integrazione con antiossidanti è “elevatissimo” e “una dieta ricca di vari antiossidanti è raccomandata”, concludono i ricercatori sulla ricerca comparsa nel 2001 su Sport Medicine. In aggiunta ai nutrienti già menzionati, è possibile che anche il magnesio, i probiotici, la Centella Asiatica e la vitamina D aiutino a contrastare lo stress ossidativo derivato dall’allenamento. Consumare frutta ricca di antiossidanti come i frutti di bosco – i lamponi in particolare – le fragole e i frutti dell’Amareno è consigliabile perchè gli effetti antinfiammatori sugli atleti sono stati ampiamente dimostrati.
Allenati per la forza
Tutti dovrebbero allenarsi per la forza. Naturalmente sia il tipo che il protocollo di allenamento variano a seconda degli obiettivi, dell’età e dello stato di salute, ma tutti possono trarre ampi benefici da un allenamento che migliorerà la forza, in particolar modo gli atleti di endurance e i cultori dell’alleamento aerobico. I ricercatori sono concordi nell’affermare che grazie agli effetti di riduzione dell’infiammazione cronica e di protezione dallo stress ossidativo, è una soluzione ideale per gli atleti e gli alenatori che si preoccupano dei danni derivanti dai radicali liberi prodotti dall’attività fisica. Ciò significa che la semplice aggiunta di un allenamento per la forza ad un programma aerobico può contrastare gli effetti negativi dell’aerobica.
Uno studio recente apparso sul Journal of Strength and Conditioning Research ha confrontato la risposta infiammatoria di due programmi di allenamento con i pesi dopo sei settimane. Sia il programma per l’ipertrofia che quello per la forza sono stati efficaci nel ridurre lo stress ossidativo e nell’abbassare i biomarker infiammatori rispetto ai livelli pre-training. Entrambi i protocolli hanno ridotto l’infiammazione e i ricercatori consigliano agli atleti di endurance di allenarsi per la forza piuttosto che assumere antiossidanti per attenuare lo stress ossidativo.
Gli atleti di endurance perderanno grasso corporeo e miglioreranno la performance allenandosi per la forza
Un altro nuovo studio pubblicato dallo Scandinavian Journal of Medicine and Science in Sports mostra come l’aggiunta di un programma di allenamento per la forza al training aerobico migliori la performance e porti ad un miglioramento della composizione corporea negli atleti di elite. Lo studio non ha testato lo stress ossidativo o i livelli di cortisolo, ma ha solamente misurato il grasso corporeo, la sezione dei faci muscolari e la capacità di resistenza a breve e a lungo termine in due gruppi di ciclisti: un gruppo eseguiva esclusivamente il normale allenamento aerobico, l’altro un allenamento anaerobico in aggiunta al normale programma aerobico per 16 settimane.
Il gruppo che abbinava l’allenamento per la forza a quello aerobico aveva diminuito di 2 punti percentuali il grasso corporeo, portandolo dal 12% al 10%, mentre per il gruppo che si allenava esclusivamente in modo aerobico la percentuale di grasso era rimasta invariata.
Altri miglioramenti riscontrati nel gruppo “forza/aerobica” ma non in quello “solo aerobica” sono stati l’incremento della forza dei quadricipiti del 12 per cento, una miglior performance in un test di 45 minuti e una prestazione leggermente migliore in un test di 5 minuti. Non sono stati riscontrati effetti negativi dell’allenamento per la forza nel gruppo “anaerobico/aerobico”, come un aumento di peso o ipertrofia – entrambi fattori di preoccupazione per gli atleti di elite che pensano erroneamente che un incremento di forza li renda più lenti e più pesanti.
Uno studio pubblicato dal Journal of Strength and Conditioning Research fornisce prove concrete a sostegno della teoria che sia controproducente sottoporsi ad un’attività aerobica senza associare un allenamento per la forza. L’articolo è un riassunto di quanto pubblicato fino a quel momento riguardo gli effetti dell’abbinamento tra allenamento aerobico e allenamento per la forza. Lo studio ha riscontrato che aggiungere allenamento per la forza all’attività aerobica migliora le prestazioni, la forza e la potenza.
A conferma di ciò, l’aspetto negativo più importante per chi eseguiva esclusivamente attività aerobica era una compromessa capacità di sviluppare potenza. È particolarmente importante che atleti impegnati in sport quali il basket, il football, il tennis, l’hockey e la pallavolo siano in grado di sviluppare picchi di potenza, perciò non dovrebbero allenare mai le loro capacità aerobiche. Effettuare degli sprint a intervalli è ideale per raggiungere una condizione fisica ottimale e produce meno stress ossidativo ed una migliore risposta ormonale. Gli scatti si sono dimostrati efficaci per incrementare l’ormone della crescita, il fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1) e producono un rapporto vantaggioso tra testosterone e cortisolo.
Naturalmente se stai pensando di correre la maratona, un allenamento fatto di soli scatti non sarà efficace. Aggiungere un allenamento per la forza alle regolari sessioni di allenamento aerobico produrrà una risposta ormonale migliore e un calo del grasso corporeo, secondo l’articolo del Journal of Strength and Conditioning Research menzionato prima. Gli atleti che hanno aggiunto l’allenamento per la forza al loro programma di allenamento aerobico hanno perso grasso corporeo, mentre il solo allenamento aerobico non aveva avuto lo stesso effetto.
Pratica judo o arti marziali
Comincia a praticare judo o arti marziali per migliorare la capacità antiossidante e diminuire lo stress ossidativo. Uno studio pubblicato dal Journal of Strength and Conditioning Research ha mostrato come la pratica del judo può incrementare i livelli di antiossidanti a riposo, i quali sono in grado di contrastare lo stress ossidativo prodotto dagli allenamenti aerobici estenuanti. I ricercatori hanno confrontato gli effetti di un protocollo di allenamento misto che comprendeva un test di Wingate alla massima intensità seguito da 30 minuti di attività aerobica al 60% della massima capacità aerobica in judoka e soggetti sedentari.
Entrambi i gruppi avevano i livelli di radicali liberi elevati in modo simile dopo il test, ma i judoka avevano una capacità antiossidante di gran lunga maggiore in qualsiasi momento sia prima che dopo il test rispetto al gruppo dei sedentari. Gli elevati livelli di antiossidanti dei judoka dimostrano un effetto protettivo contro lo stress ossidativo prodotto dall’attività aerobica. Questi effetti positivi sono i medesimi prodotti dall’allenamento per la forza praticato da chi si dedica ad attività aerobiche intense e prolungate ed è probabile che anche lo yoga o le arti marziali, come il tae-kwon-do, elevino i livelli di antiossidanti capaci di contrastare gli effetti negativi dell’attività aerobica. Tali pratiche potrebbero anche abbassare il cortisolo se hanno un effetto calmante sull’organismo.
Usa la creatina per contrastare l’infiammazione e lo stress ossidativo
Assumi la creatina per abbassare i marker infiammatori e lo stress ossidativo derivati dall’attività aerobica. I vantaggi che derivano dalla supplementazione con la creatina sono innumerevoli perchè è la prima fonte energetica chiamata in causa dall’organismo – è stato dimostrato che incrementa la capacità di lavoro e la potenza, aumenta la sintesi proteica indotta dall’allenamento per la forza, migliora le capacità tecniche e la coordinazione neuromuscolare quando si è stanchi e abbassa lo stress ossidativo derivante dall’allenamento aerobico.
Studi recenti mostrano che la creatina inibisce i marker dello stress ossidativo in seguito a allenamenti aerobici acuti nei ratti. Uno studio pubblicato in Amino Acids ha scoperto che integrare con creatina la dieta dei ratti impegnati in attività aerobica moderata ha incrementato il livello di antiossidanti nel sangue, provocando un abbassamento dello stress ossidativo ed una minore perossidazione dei grassi rispetto al gruppo di controllo che non assumeva la creatina. Un altro studio pubblicato dal European Journal of Applied Physiology ha controllato diversi biomarker infiammatori ed ha riscontrato effetti protettivi simili indotti dalla supplementazione con creatina. In entrambi i casi i ricercatori hanno concluso che la creatina ha incrementato la capacità antiossidante che a sua volta contrasta l’effetto negativo dei radicali liberi.
Sebbene questi studi abbiano dimostrato l’efficacia della creatina nel contrastare la risposta infiammatoria dell’allenamento acuto, le conclusioni sono applicabili anche agli effetti dell’allenamento aerobico a lungo termine. Ci sono prove a supporto del ruolo della creatina sull’infiammzaione cronica slegata dall’allenamento aerobico a sostegno di questa tesi.
Uno studio sul Journal of Nutrition inglese ha mostrato che l’aggiunta di creatina alla dieta dei ratti risulta in un incremento del livello di antiossidanti nel sangue e in biomarker infiammatori più bassi rispetto al gruppo di controllo che non assumeva la creatina.
Integra la dieta con Omega-3 per ridurre l’infiammazione
Gli acidi grassi Omega-3 sono un integratore con riconosciute proprietà antinfiammatorie ed è stato dimostrato che riducono lo stress ossidativo derivante dall’attività aerobica in modo significativo. Negli ultimi due anni sono stati portati a termine almeno 40 studi che sostengono gli effetti protettivi degli Omega-3 sullo stress ossidativo. Gli organizzatori della maratona di New York dovrebbero fornire a tutti gli iscritti una confezione di Omega-3 per combattere gli effetti dannosi sull’organismo provocati dai 42km di corsa.
Uno studio pubblicato nel 2009 da Lipids in Health and Disease ha misurato gli effetti della supplementazione con Omega-3 sui marker infiammatori in una serie di uomini con un passato da atleti di endurance. I ricercatori hanno verificato come lo stress ossidativo provocato dall’allenamento può sopraffare le difese antiossidanti naturalmente presenti nell’organismo e danneggiare i tessuti – in particolare gli organi riproduttivi. I soggetti di questi studi erano maschi che si sottoponevano ad allenamenti aerobici di 30 minuti almeno 3 volte alla settimana. Sono stati somministrati loro 4.000mg di Omega-3 al giorno per sei settimane mentre eseguivano regolarmente il loro programma di allenamento aerobico.
Il gruppo che assumeva gli Omega-3 riportava livelli di biomarker infiammatori a riposo più bassi rispetto al gruppo di controllo che non assumeva gli Omega-3. I ricercatori sostengono che gli effetti antiossidanti degli Omega-3 avrebbero potuto essere ancora maggiori se i partecipanti si fossero sottoposti ad allenamenti regolari più intensi – in questo studio gli allenamenti non erano monitorati, dovevano solo essere un minimo di 30 minuti per tre volte la setttimana.
I cinque migliori sistemi per difendersi dagli effetti negativi dell’allenamento aerobico
- Allenati per la forza invece che per l’endurance.
- Abbina allenamenti per la forza agli allenamenti aerobici.
- Assumi grosse quantità di antiossidanti: vitamina E, selenio, zinco, lamponi, frutti di bosco, etc.
- Assumi creatina.
- Integra la dieta con Omega-3.
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L’articolo originale è pubblicato su CharlesPoliquin.com

cPoliquin
Nato ad Ottawa in Canada, Charles Poliquin dopo aver conseguito la laurea in "Exercise Physiology", ha iniziato la sua attività di coach che è proseguita negli anni attaverso una strada costellata di centinaia di medaglie, vittorie e primati personali per i numerosi atleti che si è trovato ad allenare. Quando una nazione vuole vincere una medaglia arriva da Charles. Spesso acclamato come uno dei migliori Strength Coach del mondo, ha trascorso diversi anni a studiare su riviste europee (parla correntemente Inglese, Francese e Tedesco) e a parlare con altri Coach e scienziati nella sua costante ricerca tesa ad ottimizzare i propri metodi di allenamento. Avendo perfezionato negli anni la sua arte di scrivere programmi di allenamento efficaci, i suoi libri e i suoi corsi sono il risultato delle teorie e delle conoscenze che ha accumulato. Tra i suoi innumerevoli successi va ricordato che tra gli olimpionici da lui allenati sono presenti atleti che hanno conseguito medaglie in 17 sport diversi (tra cui dieci detentori di record mondiali). Sul suo sito potete trovare tutti i riferimenti ai suoi libri e ai corsi organizzati per il conseguimento della sua famosa certificazione (P.I.C.P. - Poliquin International Certification Program)

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29 commenti
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l’altro articolo era pessimo.
questo è vergognoso.
– affermazioni assolutamente false sull’attività earobica
-uso fazioso degli studi
-pubblicità ad integratori
-nessun riferimento alla dieta
io direi che ha ingigantito parecchio alcuni aspetti dell’allenamento della resistenza, il fine non so quale sia.
Perchè continuate a pubblicarli?
piace fare avanscoperta, non si può dire nulla ad ora, c’è chi mette la mani avantii, può essere geniale quanto una bolla di sapone.
Posto che l’uomo è un mammifero e non un lurido schifoso ratto, sarebbe stato meglio studiare gli effetti dell’attività aerobica su di un animale più simile a noi per caratteristiche genetiche e abitudini, come uno scimpanzè o un maiale. Alla fine dell’esperimento probabilmente avrebbero trovato i testicoli di dimensioni doppie e in movimento.
Roditori a parte, qualsiasi attività sportiva condotta ad alti livelli finisce per usurare il fisico dell’atleta. E’ inevitabile. Succede nell’atletica, come nel sollevamento pesi, come nel tiro con l’arco e nella pallavolo. Quando c’è la ripetizione continua e sistematica dello stesso gesto, le articolazioni coinvolte, nel lungo periodo, finiscono per risentirne. Questo vale sia per l’attività aerobica sia per quella anaerobica.
Che però ad allenarsi per la maratona ti si rimpicciolissero i genitali non lo sapevo. Questa è una novità. Probabilmente quest’amenità l’hanno riscontrata solo nei topi, che sono anche gli unici che non si preoccuperebbero nel vedere il sorrisetto di un medico munito di calibro e bilancino.
Se fai la maratona ti si seccano le palle e ti si accorcia l’obice.
Se ti masturbi diventi cieco.
Da ragazzo facevo potenza aerobica sui 300, poi sono passato all’alcool e alle cattive compagnie. La ragazza mi ha lasciato e andavo male a scuola. Non fate come me, state lontani dall’aerobico e non date confidenza a quei loschi figuri in calzoncini che frequentano i parchi.
Nonostante tutto, grazie per la traduzione, che indipendemente dal contenuto deve essere costata tempo e fatica a qualcuno.
Il problema è che l’amico Poliquin l’ha fatta proprio fuori dal vaso stavolta.
ne ho preso uno a caso
http://jap.physiology.org/content/103/2/693.full
questo è l’abstract, ma leggetolo tutto per capire meglio, in ogni caso i toni sono molto diversi da quelli di Poliquin, come sempre è una questione di quantità e numeri, non solo di cosa e come, e le cose sono cmq complesse.
Regular moderate exercise is associated with a reduced incidence of infection compared with a completely sedentary state. However, prolonged bouts of strenuous exercise cause a temporary depression of various aspects of immune function (e.g., neutrophil respiratory burst, lymphocyte proliferation, monocyte antigen presentation) that usually lasts ?3–24 h after exercise, depending on the intensity and duration of the exercise bout. Postexercise immune function dysfunction is most pronounced when the exercise is continuous, prolonged (>1.5 h), of moderate to high intensity (55–75% maximum O2 uptake), and performed without food intake. Periods of intensified training (overreaching) lasting 1 wk or more may result in longer lasting immune dysfunction. Although elite athletes are not clinically immune deficient, it is possible that the combined effects of small changes in several immune parameters may compromise resistance to common minor illnesses, such as upper respiratory tract infection. However, this may be a small price to pay as the anti-inflammatory effects of exercise mediated through cytokines and/or downregulation of toll-like receptor expression are likely mediators of many of the long-term health benefits of regular exercise.
di quello sui ratti e i relativi testicoli ho trovato solo l’abstract
An exercise protocol of 3 h swimming day, 5 days week, was followed for 4 weeks in Exp. G, with no exercise in CG. All the animals were killed; blood, testes and the accessory sex organs were collected for estimation of different parameters.
notate il 3 ore al giorno di nuoto
il fatto che l’attività aerobica produca radicali tossici si sa da molto, e sono convinto che oggi si viva molto più anche al fatto che non si lavora 12 ore al giorno nei campi sotto il sole e con stress ambientali a mille.
però personalmente trovo che dire, che praticare qualche ora di attività aerobica, anche abbastanza intensa a settimana crea motri e feriti…
Ma chi gliel’ha pagata la piscina ai sorci?
attività aerobica? uuuhhhh che paura!!
che cazzaro!
@deadboy: ahahhah
Se fare un’articolo divulgativo comprensibile e serio su un articolo che tratta dei neutrini superluminari o sul bosone di Higgs è difficile, farlo su un tema come gli effetti di un’attività in una popolazione è ancora più rischioso.
Perchè il 99% dell’attenzione va posta alle premesse, ovvero all’inevitabile riduzione di complessità che uno deve imporre all’oggetto per tirare fuori un numero che voglia dire qualcosa.
Io nel corso degli anni mi sono dato una regola, che ancora attende una smentita.
Quando un’articolo di giornale inizia con le fatali parole: “un’equipe di scienziati (in genere inglesi) ha dimostrato che ..” si può essere certi che quello che segue è una cagata.
L’attività aerobica fa “bene” per uno zilione di cose e fa “male” per un altro zilione di cose, e se mi dici di fare judo che aumenta le capacità antiossidanti perchè hai trovato un valore che si alzava su un articolo del Lancet (che quella volta aveva preso dei judoka) significa che non hai la più pallida idea di come si scriva, e quindi come si debba leggere una pubblicazione scientifica.
Quel dato è costruito con pazienza [i]all’interno di un set circostanziato di premesse[/i] se togli le premesse – che nell’articolo referato ci sono, ci puoi giurare – allora stai dicendo delle sciocchezze.
Va bene leggere gli articoli che ti sembra avvallino le tue convinzioni, va bene citarli, ma per tirare le somme ci vuole il buon senso di ampliare lo sguardo quanto basta. Oppure tutto questo lo sai, e usi argomentazioni “scientifiche” per vendere quello che ti fa più comodo.
Credo sia importante leggere articoli come questo, perchè una volta sgamata la tipologia, poi li riconosci al volo, e impari ad avere la distanza critica necessaria.
è ora di..basta. cancellatelo..
Ragazzi rispettiamo tutto quello che avete scritto e consideriamo molto validi soprattutto i commenti construttivi che hanno messo in luce i limiti di quanto riportato nell’articolo (in particolare personalmente mi sento molto in linea con quello che ha scritto Morokun).
Detto ciò … questo articolo non verrà cancellato … così come non verrà cancellato nessuno di quelli che abbiamo pubblicato o che pubblicheremo in futuro.
Criticate e demolite quanto scritto possibilmente argomentando le vostre motivazioni com’e’ giusto che sia…
…e naturalmente, se qualcuno di voi se la sente, saremmo molto felici di ricevere e pubblicare un “contro-articolo” in cui si mostrino i limiti degli studi riportati e si cerchi di fare più chiarezza sugli effetti dell’attività aerobica circoscrivendo i possibili “effetti negativi” e illustrando i molteplici benefici per cui invece sarebbe consigliabile.
@deadboy dice: “Posto che l’uomo è un mammifero e non un lurido schifoso ratto”
ahahah perchè il topo non è un mammifero???
fatti un giro nelle universita di biologia e biotecnologie o nelle case farmaceutiche: quasi sempre la ricerca si fa sui topi!!!
comunque l’articolo mette in mostra dei processi patologici che sono palesi come l aumento del cortisolo e l infiammazione generalizzata del fisico…
il secondo livello di riprogrammazione ha una durata di esecuzione 25 min mi pare mentre per sendere sotto le 4h un maratoneta deve allenarsi almeno un ora o più al giorno per 5 giorni a settimana… quale usura di più secondo voi??
detto ciò ricordo che anche il mio prof di fisiologia diceva una cosa del genere parlando principalmente dell infiammazione delle vie aeree principali…
ma come dice zalex5 se avete prove contro l articolo parlate e argomentate… altrimenti facciamo una crtica molto sterile da persone ottuse
Fonti:
studente di medicina, mezzomaratoneta!
Bicioo, grazie dell’informazione, non lo sapevo, i pomeriggi passati a guardare il mondo di Quark quand’ero bambino non sono bastati. Nemmeno la gigantesca enciclopedia degli animali che campeggia nel mio salotto. Grazie ancora. 🙂
Sorci, pipistrelli e ornitorinchi sono mammiferi, ma sono anche anni luce lontani dall’uomo. Così lontani che personalmente quando penso ai mammiferi il mio cervello non li prende nemmeno in considerazione. Arriva fino ai cetacei, che sono simpatici, poi torna indietro, escludendo volutamente determinate categorie di animali schifosi. Difetto mio. Li ho inconsciamente rimossi e quando cito i mammiferi li escludo. 😉
In Italia la ricerca si fa prevalentemente sui topi, perché sono facilmente reperibili e soprattutto non gliene frega una cippa a nessuno se li scotennano vivi per farci gli esperimenti. Negli Stati Uniti, invece, si usano anche le scimmie nelle ricerche scientifiche e non si fanno scrupoli quando c’è da scoperchiargli il cranio. E le usano proprio per la loro somiglianza biologica con l’uomo.
Detto questo, per la ricerca in esame, sarebbe tato meglio prendere in esame degli uomini e non sarebbe stato difficile, considerato il numero degli studenti che praticano attività aerobica che affollano le università.
L’unico problema sarebbe stato quello di convincere le cavie a farsi mirurare i genitali all’inizio e al termine del periodo di osservazione.
Tu, però, sei un mezzomaratoneta e sei un uomo, non un lurido sorcio, hai notato differenze nelle dimensioni dei tuoi genitali da quando hai iniziato ad allenarti ad oggi? La domanda è seria.
Poliquin vende un prodotto e farebbe carte false per portare l’acqua al suo mulino. Sarà bravo, avrà allenato molti olimpici in discipline diverse, quello che volete, ma se mi viene a dire che l’attività aerobica prolungata causa negli atleti un ridimensionamento dei genitali e la riduzione della fertitilità, permettete che pretenda delle prove serie in proposito e non una comunissima ricerca fatta su topini da laboratorio.
@deadboy
È vero! il tema è serissimo.
Non parliamo della bicicletta, dove credo che gli effetti di cui sopra siano stati studiati molto attentamente, perchè la cosa è grave. (Avevo comprato un Rampichino, nel 1984, telaio numero 224, una delle prime MB d’Italia! L’ho mollato quando mi sono accorto che non andavamo bene, là sotto).
Ma quel che è sicuro è che se faccio dell’attività intensa tutto il sangue se ne va altrove, e l’autostima al momento di fare la doccia precipita ai minimi.
Ma peggio ancora è lo stress da pregara: l’adrenalina è un micidiale vasocostrittore.
Per fortuna gli effetti sono temporanei, mentre nel medio-lungo periodo il lavoro, devo dire sia aerobico che anaerobico, fa molto bene.
In ogni modo, per compensare la mestizia dell’allenamento eccessivo, nel judoclub che frequento c’è la buona abitudine di concludere gli allenamenti nella trattoria accanto, con il rituale del “Pirlo”, che è quello che in veneto chiamano Spriz, ma che appunto si chiama Pirlo.
Ora, il blando effetto vasodilatatore dell’alcol, con la connessa diminuzione del tono muscolare a riposo, che a sua volta consente al sistema vascolare di non soffrire di improprie compressioni, permette di bilanciare adeguatamente gli effetti negativi dell’attività aerobica, consentendo invece ottime sensazioni in quella aerotica. Da provare a stomaco vuoto, l’alfa iniziale non è privativo, sta per erotica con intensa ossigenazione, acrobatica q.b.
PS: non volevo essere irrispettoso nei confronti della tua osservazione. Il fatto che uno si permetta di alludere a effetti clinicamente rilevanti senza una solida base scientifica è un fatto serio.
non c’è bisogno di contro-articoli, studi e citazioni.
charles la credibilità se l’è mangiata citando la maratona.
1- la maratona non è per tutti.
1 bis- se ci metti più di 4 ore, non è la tua distanza.
3- non si fanno maratone ogni giorno.
4- la maratona non è solo ”aerobica”
basta averne fatta una anche camminando, strisciando…
si capisce subito che non ” un pò di attività aerobica”
è come dire che i pesi fanno male citando massimali di 300 di stacco o 200 di panca, strappi con 150.
“guarda quello alle olimpiadi si è rotto il braccio”
ma per piacere…
Due commenti più su mi sono perso qualche consonante, colpa della fretta e della mancanza del pulsante “modifica” (segnalo per le future modifiche del sito).
Marokun, infatti la cosa è seria e proprio per tale motivo sarebbe stato corretto da parte di Poliquin approfondire l’argomento e non cavarsela con la semplice citazione di uno studio sui ratti.
Qui non abbiamo messo in discussione tanto l’assunto che l’attività aerobica prolungata abbia conseguenze negative sull’organismo. Lo sapevamo. Ma su quello che ha aggiunto dopo.
Il tuo caso, però, ancora una volta evidenzia l’inidoneità della ricerca sui roditori: i topi mica si possono fare lo spritz dopo 3 ore di vasche.
Salve.
Occhio ragazzi, mai direi di cancellare un articolo soprattutto se questo dice qualcosa di diverso dal solito. Rischiamo di finire come il mondo della “palestra” dove ahimè sembra si stia regredendo/stallando invece che cercare di sperimentare e migliorare.
Detto questo, da quando avevo 6 anni fino ai 20 ho fatto ciclismo (non il ciclista della domenica). Son passato da grasso a tirato.
Boh, gli ultimi anni non mi sono MAI ammalato, mai influenze o peggio, vabbè raffreddore o tosse ma a dicembre mi sembra normale. Boh, ci allenavamo da dicembre a fine settembre, poi mtb fino a ricominciare. Nettamente più in forma di ora.
Tutti gli anziani ciclisti che ho incontrato sono presi bene, cioè a 70 anni si fanno le loro uscite belle lunghe, salite comprese.
Non siamo tutti dopati eh!
Tuttavia, riguardo ciò che si dice nell’articolo. Non penso si possa chiedere ad un ciclista di allenarsi in palestra per la forza. Parlo di ciclismo per esperienza, altri sport non saprei.
Marokun ha citato il ciclismo e quello che succede nel judo, ma si può dire lo stesso per tutte le attività sportive e anche lavorative dove ci si muove di continuo facendo un grande sforzo e il sangue si concentra in alcuni distretti piuttosto che in altri (a me è successo passando diverse ore di fila a tagliare o raccogliere legna, o a raccogliere pietre e inerti; se poi il movimento mi costringe a piegarmi in avanti in modo sistematico succede dopo breve). Si tratta, però, sempre di fenomeni di costrizione temporanei, mai definitivi.
Quando ci si ferma e l’organismo si rilassa torna tutto normale.
Poliquin, invece, non fa questa precisazione e parlando anche di riduzione della fertilità lascia intendere che siano fenomeni seri e duraturi. Poi, però, ti tranquillizza dicendoti che se alleni anche la forza (magari da lui, o da uno che si è preso la sua certificazione), e se prendi degli antiossidanti (come i suoi, perché no?) puoi evitare queste spiacevoli conseguenze.
poliquin è il troll dell’attività motoria.
mi raccomando: smettere anche di fare le scale! è lì che ci si fa male, lo dicono gli studi.
[quote]ancora una volta evidenzia l’inidoneità della ricerca sui roditori: i topi mica si possono fare lo spritz dopo 3 ore di vasche[/quote]
giù il cappello: questa è da antologia!
🙂
Comunque posso capire che preferiscano i topi per le ricerche. Per convincere uno scimpanzè a farsi 40 Km sul tapis roulant devono prima convincerlo a smettere di fumare.
No, dai, davvero, ricerche di questo genere andrebbero fatte sugli esseri umani. Negli USA le migliori università hanno anche campus con campi da football e piste da atletica, e centinaia di migliaia di studenti praticanti. E’ davvero così difficile per i ricercatori fare studi di questo genere su campioni umani? Poi magari vai a guardare bene e scopri che la ricerca fatta sui topastri è stata finanziata in parte da una casa farmaceutica che guardacaso ha nel suo catalogo integratori di omega 3.
data la natura di questo articolo, è chiaro come non venga neanche voglia di argomentare..si commenta da sè..i chiari intenti commerciali e il paragone assurdo tra maratona e semplice attività aerobica..
peraltro uno studio recente suggerisce l’impiego di attività aerobica nelle pause tra le serie in protocolli ipertrofici..
by the way..un buon ciclista si allena anche in palestra..
“Sarà bravo, avrà allenato molti olimpici in discipline diverse, quello che volete, ma se mi viene a dire che l’attività aerobica prolungata causa negli atleti un ridimensionamento dei genitali e la riduzione della fertitilità, permettete che pretenda delle prove serie in proposito e non una comunissima ricerca fatta su topini da laboratorio.”
Mi viene in mente un intervista di Rocco Siffredi dove afferma di correre un ora tutti i giorni.
Che glie lo vada a dire a lui che gli si rimpicciolisce il gingino
“L’attività aerobica porta numerosi effetti negativi per la salute e dato che quest’anno ben 45.000 persone hanno corso la maratona di New York, l’argomento è più importante che mai”.
Eccola qua, un’affermazione che somma papere e mele e ci dice che 4 papere + 5 mele è uguale a 9 pamele. 😀
Sport di endurance…e va bene, vanno di moda le 100km, ed aumentano le partecipazioni alle maratone (e l’ età dei partecipanti…). Ma da questo dedurre che queste specialità rappresentino l’aereobia siamo ben lontani. “Per chi pratica attività aerobica a livello ricreativo per una durata compresa tra i 20 ed i 45 minuti alcune volte alla settimana, l’esercizio aerobico induce un innalzamento del livello di cortisolo, un abbassamento degli ormoni androgeni, l’aumento dell’infiammazione generale e fa ben poco per promuovere la perdita di peso o di grasso.” Altra deduzione eccessivamente “semplice”. Il cortisolo si alza e si abbassa naturalmente, è l’eccesso di valori di cortisolo ad essere un segnale di stess. In realtà il cortisolo dovrebbe proprio servire per mettere in atto nel nostro corpo una serie di strategie che abbassano lo stress. l’articolo poi non mette in evidenza tutta una serie di benefici che è inutile ricordare, dall’abbassamento dei valori pressori, all’ abbassamento del colesterolo, endorfine etc etc che comunque compensano in gran lunga i disagi.
Ma è il qualificare una qualsiasi “potenzialità” dell’essere umano come negativa che rende all’autore dell’articolo la stessa attendibilità di Paperino. E’ invece uno stress eccessivo rispetto a ciò che posso sopportare che genera problemi, che si tratti di pesi, di corsa, di sesso o di cibo…In quest’ottica assume importanza quello che viene fatto e come viene recuperato, ma va analizzato in maniera specifica. Per esempio…catabolismo una ceppa, se corro con adeguati recuperi, con adeguato lattacido, con adeguato lavoro di pesi…Che un’attività complessa venga resa semplice, o che vengano presi ad esempio le metodologie di persone improvvisate e inconsapevoli, per poi generalizzare e demonizzare mi sembra un assurdo…Posso, usando gli stessi meccanismi, mettere in cattiva luce qualsiasi sport o attività. Ma qui il paradosso è che il soggetto è uno dei sistemi di produzione d’energia che è nostro e che ci permette di sopravvivere. Non respiriamo più ? Sarebbe una sciocchezza per esempio demonizzare il lattacido, è il suo abuso che crea problemi. Il lattato per esempio viene prodotto sempre…serve per la respirazione cellulare…
Ma la minchiata più grossa è questa: “…i topi eseguivano un elevato volume di nuoto aerobico – tre ore al giorno, cinque giorni alla settimana per quattro settimane – una mole di lavoro in linea con quanto eseguito da un atleta in preparazione per una maratona”. E’ una cosa da commentare, a parte la differenza assurda di biomeccanica tra le due specie ?
L’autore dell’articolo si riferisce spesso indistintamente ad atleti ed amatori o persone che vogliono solo tenersi in forma, mentre la le due categorie esistono differenze abissali. Ecco un esempio: “Gli atleti che hanno aggiunto l’allenamento per la forza al loro programma di allenamento aerobico hanno perso grasso corporeo, mentre il solo allenamento aerobico non aveva avuto lo stesso effetto.”
Quest’affermazione instupidisce un risultato interessante dello studio scandinavo (forza e aereobia=migliore prestazione), con un’affermazione che se interessa il ragazzo in sovrappeso che vuole perdere chili, rimbalza altamente al professionista, il cui fine è correre e correre forte, non certo l’abbassamento del grasso corporeo, che è per lui principalmente un effetto.
Come contrastare i molti effetti (potenziali) negativi di un articolo sciocco. Voglio scrivere un articolo sulla pliometria, la stifness e la forza elastica nel topo.